“Un viaggio iniziato a Rotterdam e concluso a Miami, con tante buone sensazioni“. Con queste parole Matteo Berrettini ha descritto il lungo percorso che lo ha portato a chiudere questa prima parte di stagione sul veloce, una parentesi che, dopo la delusione di Melbourne, lo ha visto risollevarsi e tornare protagonista con un obiettivo chiaro: rientrare tra i primi trenta del mondo. Missione compiuta.
Grazie ai quarti di finale conquistati in Florida, il tennista romano, che aveva iniziato il torneo al numero 30 del ranking ATP, si ritrova oggi virtualmente al 27esimo posto con 1775 punti. Virtuale perché, nel caso in cui il giovane ceco Mensik dovesse sorprendere tutti e trionfare nel torneo di Miami (ipotesi difficile, ma mai dire mai nel tennis), lo scavalcherebbe relegandolo alla 28esima posizione. Una piccola variazione numerica che poco cambia il senso del discorso: Berrettini è tornato a competere ad alti livelli, e questo è il dato che conta di più.
E ora? Una grande chance su terra
Archiviata la prima fase dell’anno sui campi veloci, è tempo di tornare in Europa e immergersi nel cuore pulsante della stagione sulla terra rossa. Ed è qui che si apre un’opportunità straordinaria. Il calendario di Berrettini prevede una serie di tappe affascinanti e ricche di storia: Monte-Carlo, il torneo che più di tutti sente quasi come “casa”; Monaco di Baviera, con la sua impeccabile organizzazione tedesca; Madrid, teatro della sua ultima finale in un Masters 1000 nel 2021; Roma, la vera casa, il sogno mai realizzato fino in fondo; infine Parigi, dove l’ultima apparizione risale proprio al 2021, quando fu Djokovic a fermarlo ai quarti, prima di interrompere di nuovo il suo sogno, ma questa volta sull’erba di Wimbledon, in una finale che scrisse la storia dello sport italiano.
Ma il dato più significativo è un altro: Matteo in questa parte della stagione praticamente non difende punti. Lo scorso anno, infatti, fu costretto a saltare quasi tutta la fase sul rosso a causa degli infortuni, lasciando il campo libero agli avversari. Unica eccezione il titolo conquistato a Marrakech – dove non è iscritto e non potrà difendere i 250 punti raccolti lo scorso anno. Questo significa che ogni vittoria da Monte-Carlo a Parigi rappresenterà un guadagno netto in termini di ranking, senza l’ansia di dover difendere punti già conquistati. La prima vera scadenza arriverà soltanto a Stoccarda, sull’erba, dove dovrà difendere i 250 punti della finale persa nel 2024 da Jack Draper. In altre parole, c’è tutto da guadagnare e nulla da perdere.
Obiettivo: tornare tra i primi 20 al mondo
L’obiettivo realistico, senza però precludere ambizioni ancora più alte, è quello di rientrare nella top 20. Attualmente, il numero 20 del ranking è occupato dal francese Ugo Humbert, che vanta 2.335 punti, 580 in più rispetto a Berrettini. Una distanza importante, ma non incolmabile, soprattutto considerando che Humbert dovrà difendere 200 punti dai quarti di finale conquistati a Monte-Carlo nel 2024, oltre a 25 punti del primo turno di Barcellona, 25 punti di Lione e 10 di Parigi. In totale, sono 260 punti che potrebbero essere persi lungo il cammino, non sufficienti a colmare il gap ma sufficienti per comprendere che Matteo non ha davanti giganti insuperabili. Se il fisico lo assisterà e il gioco continuerà a crescere, l’obiettivo può essere alla sua portata. Il vero interrogativo è capire quanto margine di miglioramento possa ancora avere il suo tennis sulla terra battuta. Se è vero che la superficie non è in assoluto la sua preferita, è altrettanto vero che il Berrettini visto a Miami, solido e incisivo al servizio, può dire la sua anche sulla terra.
La condizione fisica: il vero ago della bilancia
La notizia più positiva di tutte è senza dubbio il ritrovato stato fisico di Matteo Berrettini. Dopo mesi segnati da stop e ricadute, il suo corpo sembra finalmente tornato quello dei giorni migliori. Ed è questo il fattore che più di ogni altro alimenta speranze e ambizioni: il tennis di Berrettini si basa su esplosività, potenza e solidità atletica, elementi imprescindibili affinché il suo gioco possa esprimersi al massimo. Quando il fisico lo supporta, il romano diventa un avversario temibile su qualsiasi superficie. Per questo, la vera chiave della sua stagione sarà mantenere questa condizione e trovare continuità, evitando quei problemi fisici che in passato lo hanno spesso frenato proprio nei momenti cruciali.
La conferma più importante che arriva da Miami è che Berrettini è di nuovo un giocatore competitivo ai massimi livelli. La stagione sulla terra battuta sarà un banco di prova fondamentale, ma con la consapevolezza che ogni vittoria avrà un impatto diretto sulla classifica. Tornare tra i primi 20 è l’obiettivo minimo, ma se il fisico regge e il gioco continua a evolversi, perché non sognare ancora più in grande? Dopotutto, Berrettini ha già dimostrato che quando trova ritmo e fiducia può competere con chiunque. Il suo viaggio continua, e questa volta, per una volta, senza nubi all’orizzonte.