[4] J. Pegula b. [WC] A. Eala 7-6(3) 5-7 6-3
Le ore piccole le hanno fatte anche all’interno dell’Hard Rock Stadium: si è abbondantemente sforata la mezzanotte, non solo in Italia con il fuso (si sono chiusi i battenti alle 5.45 di notte) ma anche al di là dell’oceano. Una sessione serale infinita, chiusasi tre quarti d’ora dopo la mezzanotte locale con l’ennesimo circo circense degli psicodrammi femminili, ha tirato giù la saracinesca al Miami Open 2025 con la maratona vincente di Jessica Pegula. La tennista statunitense, n°4 del seeding, dopo varie peripezie alla fine è riuscita a scrivere la parola fine sullo straordinario cammino della wild-card Alexandra Eala. La giovane filippina, mai doma, si è arresa solamente al termine di 2h25‘ di lotta con il punteggio di 7-6(3) 5-7 6-3.
La trentunenne di Buffalo si conferma sempre di più a proprio agio quando sente la brezza di casa, da agosto 2024 sono 5 finali in Nord America: Toronto, Cincinnati, US Open e Austin le precedenti. Cifra tonda per quanto riguarda le vittorie stagionali, agganciata a quota 20 Mirra Andreeva. Quella in Florida, dove per due volte si era fermata in semifinale (2022 contro Swiatek e 2024 co Rybakina senza vincere alcun set), sarà invece la diciannovesima finale della carriera, la sesta a livello ‘1000’.
Resta però negli occhi il vertiginoso sbarco sul Pianeta tennis della ragazza di Quezon: figlia di un ex nuotatrice filippina, capace di vincere anche una medaglia ai Giochi asiatici nella specialità dei 100 dorso, ci ha dimostrato che esistano ancora dei Panda dal tennis a tutto campo, in questo caso imbevuto di mancinismo da schemi dal sapore antico. Ricorda moltissimo Leylah Fernandez, ha qualche centimetro in più e ciò che le consente di generare superiore potenza. Dovrà sensibilmente migliorare la seconda palla di servizio, corta e cammina troppo poco, ma la cabeza e il coraggio sono di altissima qualità.
Contro Jessica ha pagato l’incostanza dell’inesperienza e in generale una proposta molta rischiosa – ma ambiziosa -. Nel primo set, era avanti 4-2 e ha finito per cedere al tie-break mancando la possibilità di servire per la frazione e sprecando anche un set point. Nel secondo si è ritrovata a due punti dal KO, ma avuto la forza mentale – la scocca è di quelle veramente forti – per rientrare e trascinarla al terzo. Sarà dunque, come sei mesi fa a New York, Aryna Sabalenka contro Jessica Pegula: 6 a 2 i confronti diretti a favore della bielorussa.
Primo Set: Pegula recupera dal 4-2, cancella un set point prima di avere la meglio al tie-break
Tutto pronto sullo Stadium – allestito sopra al manto erboso dello stadio dei Miami Dolphins – per la seconda semifinale femminile: Jessica Pegula ci arriva avendo perso due set in quattro sfide, la vittoria al tie-break del terzo su Kalinskaya agli ottavi e il successo contro Raducanu nei quarti di finale. La co-protagonista Alexandra Eala ha invece stupito tutti in questo torneo, basti pensare che la giovane filippina prima di Miami vantasse un record personale a livello pro – ITF e WTA – di appena 2 affermazioni a fronte di 14 sconfitte, un bottino che diventava ancora più magro accorciando la matrice di analisi alle sole partite con avversarie Top 40 (0-3). La wild-card concessale da IMG ha tuttavia scritto un nuovo capitolo della sua giovanissima carriera, andando oltre le più rosee aspettative della società di management. Tre scalpi fragorosi ai danni di altrettante campionesse Slam: Ostapenko, Keys più la sublimazione di un percorso straordinario avvenuta abbattendo anche Swiatek. Proprio il trionfo sulla polacca le ha garantito, comunque finisca la sua settimana, l’accesso aritmetico alla Top 100.
Il match comincia alle 22.15 locali (le 03.15 italiane), Fritz e Berrettini sono andati molto per le lunghe rischiando quasi che si dovesse applicare – come già successo giovedì con Djokovic e Korda – la policy relativa alle 23: orario oltre il quale non è più possibile scendere in campo. Paradossalmente, a discapito di ciò che potrebbe far presumere la sostanziale differenza in termini di esperienza (a livello generale ma anche e soprattutto in taluni palcoscenici), la partenza migliore nella sfida è a cura della classe 2005 di Quezon che parte benissimo al servizio con due arrotati aces, uncinati verso il centro. Inizio invece disastroso della trentunenne di Buffalo che commette gratuiti in serie spalancando le porte al break filippino, vidimato da un ottimo pallonetto di Alexandra che Jessica tenta di restituire con la stessa moneta ma la sua soluzione termina lunga (2-0).
Il match-up tra le due giocatrici promette bene in termini di spettacolo, da un lato una costruttrice geometrica come Pegula che sa viaggiare però anche di ritmo, dall’altra parte una mancina che ricerca invece le proprie traiettorie molto lavorate, imbevute di mancinismo con tanto effetto. Dopo la pessima entrata in campo, tuttavia, la nativa di Buffalo incomincia ad ingranare alzando sensibilmente l’apporto della prima. E in un batter d’occhio arriva il contro-parziale americano con 10 punti a 2 in favore della n.4 WTA: equilibrio immediatamente ripristinato, nel quinto gioco la quarta testa di serie si inerpica persino sul 15-30 (con tanto di decimo gratuito della ragazza del sud est asiatico). Spalle al muro, Alexandra riesce però a reagire alla grande rimontando e interrompendo così a due la striscia di games vinti dalla rivale. (3-2).
L’obiettivo tattico di Eala è molto ambizioso ma allo stesso tempo corretto nella misura in cui non può permettersi di giocare una partita incentrata eccessivamente sul contro-attacco, che oltretutto parta da una robusta fase difensiva. La diciannovenne delle Filippine non smuove i piedi dalla riga di fondo, gioca costantemente in controbalzo pur di non perdere campo. Il diritto è certamente il colpo dominante del suo tennis, quello con cui fa più male ma ciò che balza all’occhio è la sua completezza qualitativa espressa a tutto campo. E’ una ragazza che ha tantissimo tennis: certo, con il suo metro e settantacinque, non avrà mai la potenza di fuoco tipica delle bombardiere che regnano nel circuito femminile. Ma compensa con uso sapiente dei tagli sotto la palla, in particolare mediante il cosiddetto back bimane (riscontrabile, di fatto, solamente nel tennis femminile). Per ora si procede a corrente alternata, le due protagoniste tirano un colpo a vicenda.
Nel sesto game è di nuovo Alexandra a prendersi il vantaggio alla quarta occasione del gioco, dopo che in un paio di circostanze il nastro l’aveva disturbata al momento di chiudere, si prende di forza il 4-2 mostrando con efficacie ripetizione uno degli schemi più destabilizzanti del tennis: decelero, l’altra non può spingere e quando la pallina ritorna la lascio di sasso con l’accelerazione parallela. Eala interpreta applicando minuziosamente sulla diagonale destra: prima lo slice a due mani, a cui fa seguire un fulmineo rovescio. Ma come detto, si va a ondate anche perché il tennis della filippina è estremamente rischioso. Di conseguenza quando si concentrano un po’ di errori, ecco che il tennis percentuale di Jessica può approfittarne. Tuttavia, la versione di Pegula scesa in campo è abbastanza sfasata, non del tutto centrata: avrebbe a disposizione, nuovamente, la chance per il contro-break ma fallisce fragorosamente la risposta alla seconda filippina. Irrigidimento gravissimo per l’americana, anche perché la seconda palla di Alexandra è a dir poco modesta per questi livelli (in media sotto i 100 kilometri orari).
Avanti 5-2, la figlia del miliardario Terence fa quello che deve rimandando ogni discorso al decimo gioco. Al servizio sul 5-3 per sigillare una prestazione finora di altissima qualità, per la prima volta nell’incontro dopo aver invece dimostrato grandissima personalità la diciannovenne sente il momento: commette tre doppi falli, di cui gli ultimi due consecutivi a confezionare il ciapanò per auto-cancellarsi il set point. Come era già accaduto dopo l’avvio folgorante, Alexandra quando frana lo fa rumorosamente: si smarrisce sul più bello perdendo 8 punti consecutivi che ci conducono al 5-5. La finalista dello US Open 2024 non sta rubando l’occhio, come sempre, però per ora non è precisa e pulita come solitamente è. Se tuttavia dovesse rialzare anche di poco i suoi abituali standard, con la sua palla che non è velocissima ma comunque alla lunga in grado di divenire pesante e sfiancare, sarebbero dolori per l’asiatica.
Non si materializzano altri sconvolgimenti, si giunge così al tie-break: un nastro fortunatissimo dà un immediato mini-break alla statunitense, poi la n°140 al mondo ci conforta sul fatto che esistano ancora tenniste in grado di generare un tennis offensivo e privo di veri buchi tecnici – se si esclude la seconda -. Fa vedere in serie: volée di dritto da metà campo, eseguita in ginocchio, ammortizzando meravigliosamente la sbracciata rivale, diritto inside-out dal centro per poi attaccare andando avanti in controtempo. Il tennis e le potenzialità ci sono, bisognerà affinare tanti piccoli spunti che poi determinano l’esito delle partite. Pegula è molto più costante, nel tie-break Eala si incarta dal lato sinistro e al primo set point Jessica raccoglie: allo scoccare dell’ora di gioco, per 7 punti a 3 la tennista di casa si porta ad una sola frazione dalla finale.
Secondo Set: Pegula arriva a due punti dalla vittoria, ma poi si scioglie anche per merito della personalità e del coraggio di Eala
Curiosa la statistica che vede la statunitense aver chiuso il primo set con 11 punti in più, 47 a 36: situazione che non è così consueta per un parziale finito al tie-break. Alla fine i passaggi a vuoto prolungati della filippina, dettati dall’alto coefficiente di rischio che richiede il suo tennis, hanno causato 28 gratuiti esattamente il doppio di quelli commessi da Pegula (14). Si riparte e nel quinto punto del secondo set, cala il silenzio tra gli spalti di Miami dove sono assiepati i caldi tifosi filippini. Un frangente di grandissimo paura, il piede sinistro di Alexandra si impunta mentre ricerca il diritto in corsa. Fortunatamente la propria struttura fisica, decisamente leggera, non compromette i legamenti tendinei. Si rialza come nulla fosse e prosegue imperterrita nel suo piano tattico: non perdere mai campo, assaltare ogni palla e posizionamento nei turni di ribattuta con i piedi sempre abbondantemente all’interno delle righe
Il primo set portato a casa ci ha restituito una Jessica sicuramente più convinta, che scrollatasi di dosso della tensione iniziale adesso colpisce con molta più fluidità. Nel terzo game, l’americana si fa rimontare dal 40-0 ma ai vantaggi non concede altre sbavature (2-1). Nel cambio di campo, arriva puntuale il MTO per Eala che si fa giustamente fasciare la caviglia sinistra per evitare che possa gonfiarsi e allo stesso tempo mantenere un grado più consistente, da un punto di vista di sicurezza negli appoggi, nella propria mobilità ossia uno dei suoi punti di forza.
Pegula si appropria sempre di più del match: sul 2-1 e 30-30 intelligentissima risposta choppata che provoca l’errore in avanzamento della classe 2005. Alexandra adesso arriva però un po’ più scomposta all’impatto, la qualità del footwork non è più la stessa del primo set. La numero 4 al mondo esonda gli argini, è 3-1. Match che pare in cassaforte, ma Eala non ha ancora sparato le ultime cartucce: torna a indovinare qualche anticipo stupefacente, che denota tutto il talento del proprio braccio, e il contro-break è servito. (3-2). Sorprende dall’altro canto, come Jessica non sia riuscita ad imprimere il gancio definitivo per mandare la più giovane in campo al tappeto. D’improvviso gli schiaffoni fiondati del diritto filippino tornano a bruciare vincenti. Pegula non riesce più a incidere con la battuta, le operazioni sono tutte ora guidate da Alexandra che si mette al centro e inizia a pestare come una forsennata. L’americana fa il tergicristallo, si materializzano due palle break consecutive: sulla prima Jessica si salva ma sulla seconda la smorzata di Eala la trae in inganno, bimane in rete. Dal 3-1 e servizio, sono 3 giochi in fila per la filippina che non vuole frenare il proprio tornado: ma quanto tutto lasciava presagire l’allungo confermato, sul 4-3 30-0 la mancina asiatica si irrigidisce nuovamente, forse condizionata nella giusta ricerca di palla dalla storta alla caviglia. Così, Jessica con uno splendido recupero su un drop-shot, unito da una stecca di dritto di Alexandra ci regala l’ennesimo ribaltone: 4-4. Quando la filippina entra in un tunnel negativo, la luce si spegne e prima che si riaccenda, la folata di negatività la costringe a lunghi periodo di buio: 7 punti persi consecutivamente dal 4-3, 30-0.
Tutto completamente da rifare, pochi minuti prima era vicinissima a trascinarla al terzo pochi minuti dopo è costretta a servire per evitare la sconfitta. Va sotto 0-30, ma ancora una volta Pegula quando deve azzannare la preda moribonda grazia la seconda filippina. Si continua così su questa scia oramai da tre quarti d’ora, quando una delle due pare avercela in pugno si scioglie al momento di infiggere il cazzotto decisivo.
Jessica non morde, anzi dal 30-15 nel successivo gioco si fa addirittura scippare il servizio chiudendo il game con il pasticcio definitivo: uno schiaffo al volo in corridoio (quando invece avrebbe dovuto farla ribalzare). Tocca questa volta a Eala provare a chiudere. Adesso ogni punto, ogni scambio è uno psicodramma tra coraggio che viene e che va. Al secondo set point, il dritto americano in corridoio ci dice che non è ancora finita: 7-5 in 50 minuti per la gioia di un intero popolo festante.
Terzo Set: nell’arrivo al foto-finish, l’esperienza piega la qualità spavalda della gioventù
Con la mezzanotte oramai oltrepassata anche a Miami, ci si appresta a vivere l’ultimo atto di questa infinita sessione serale. Entrambe nel 2025 hanno un record al terzo estremamente positivo: 3 vinte e 0 perse per Pegula, 3 vinte e 1 persa per Eala. Jessica, dal canto suo, cerca da un lato di verticalizzare maggiormente il suo gioco ma altresì di far valere la sua superiore consistenza difensiva (anche alzano di tanto in tanto la parabola dei colpi). Mentre nella metà campo opposta, Alexandra prosegue a martellare con diritti al fulmicotone: così come aveva fatto impazzire nei quarti Swiatek, alterna soluzioni lungo-riga a traiettorie di puro mancinismo a cercare l’angolo aperto.
Si arriva sul 3-2 per la trentunenne di Buffalo senza break all’attivo, ma con tutti games che hanno regalato pathos e situazioni di punteggio al limite dello strappo: nel terzo gioco, la n°4 WTA si è ritrovata 30-30 mentre Eala sul 2-2 ha dovuto fronteggiare i vantaggi facendosi rimontare dal 40-15 così come nel successivo game è toccato a Jessica reagire sotto 0-30. Insomma tante mini-occasioni per entrambe, la personalità della filippina non scende però di una virgola: dopo 2h14‘ è ancora lì con coraggio esondante a spedire di là le sue fucilate prese con eccezionale anticipo. Il linguaggio del corpo ci restituisce una diciannovenne di Quezon che si direbbe favorita in questo arrivo al foto-finish.
Ma Jessica non è una giocatrice molto ciarliera di emotività, si procede con ambedue che aggrediscono con scambi di attacco progressivo. Si ritorna ad osservare un servizio in difficoltà sul 4-3, con la filippina in battuta: in qualche modo Jessica si ritrova 0-30, ma qui ancora una volta sceglie un’opzione – in un momento così delicato – come la smorzata che non si porta proprio da casa con tutta la naturalezza del caso. Alla fine però, pur omaggiando l’avversaria, la palla break si materializza comunque: il dritto filippino largo dopo la correzione del nastro, che le aveva accomodato la palla, manda Pegula a servire per il match. Ma Eala non ci pensa minimamente a mollare, siamo 0-30. Qui Alexandra sbaglia una risposta più che comoda – a posteriori le costerà tantissimo – dopodiché smarrisce completamente il dritto.
L’americana torna a due punti dal match, come lo era stata anche sul 5-4 30-0 del secondo, il primo match point se ne va. Si arriva alla parità, Alexandra aizza i suoi connazionali (a dimostrazione del fatto che possiede già un’intelligenza emotiva ispessita, qualità fondamentale nel tennis). Non ci sono più appelli, a questo punto Jessica si getta in avanti inventandosi una difficilissima demi-volée. Ecco il secondo match point, il dritto si Alexandra si ferma in rete. Finisce la favola di Eala, che però non sarà una rondine in primavera – è già pronto lo stormo filippino ad invadere tutte le tappe nel Tour in giro per il globo – Pegula si conferma regina di cuori quando risuona la bandiera adornata di stelle.