Jakub Mensik realizza più di un sogno nell’Hard Rock Stadium di Miami Gardens, raggiungendo la prima finale “1000” della carriera e immortalando uno scatto affianco a “La Pulga”, Lionel Messi. La prestazione altisonante del ceco, gli ha consentito di scavalcare in semifinale Taylor Fritz, creando i presupposti per negare la gioia del centesimo titolo a Novak Djokovic, suo sfidante nell’atto finale del Miami Open. Ecco cos’ha detto il classe ‘2005 in conferenza stampa.
D. In campo hai detto che forse è stato stringere la mano a Messi negli spogliatoi che ti ha aiutato a vincere la partita.
Jakub Mensik: “Sì, forse. Incontrare questa leggenda, neppure umana, non capita tutti i giorni, quindi…in pratica mi sono rilassato un po’ con lui, stringendogli la mano. Dopo avergli stretto la mano, non l’ho lavata prima dell’incontro per portarmi fortuna. Probabilmente questa
è stata la chiave!”.
D. Quando è stata l’ultima volta che hai vinto una partita e non hai non hai strappato il servizio al tuo avversario?
Jakub Mensik: “Non me lo ricordo, ad essere sincero. Sì, probabilmente contro questi big server è sempre difficile. Con Fritz è stato super difficile. Ho avuto solo due palle break in tutto il match. In realtà, non ho sbagliato nulla. L’opportunità è arrivata solo nei tie-break, e sono contento di averla sfruttata. Sono molto felice di aver mantenuto la concentrazione e la calma durante questi momenti difficili in risposta. È stato incredibile oggi gestire i nervi e tutto quello avevo dentro. In realtà, dopo la partita, ho lasciato uscire tutte le emozioni”.
D. Riassumi le tue emozioni nel raggiungere la tua prima finale del Masters, dove sfiderai il G.O.A.T.
Jakub Mensik: “Anche questa è una cosa importante. In realtà, per un tennista, non c’è compito più difficile. Per via di Novak, ovviamente…lo guardavo, sono cresciuto guardandolo, quindi… Non so come ci si sente. Probabilmente lo saprò dopo la partita. Ho già l’opportunità di allenarmi contro di lui, e di giocare un partita a Shanghai. Ovviamente ora la situazione è diversa. Non vedo l’ora che arrivi domenica. Spero di fare meglio che a Shanghai. Voglio solo godermi ogni momento della partita. La prima e più importante finale per me. Naturalmente, giocare contro questo avversario, sarà incredibile”.
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D. Hai detto che sei un giocatore diverso da quello che eri a Shanghai. In che modo pensi di esserlo? Inoltre, com’è stato incontrare Messi?
Jakub Mensik: “Ho giocato contro Novak a Shanghai. Ero un po’ nervoso. Non sto dicendo che non lo sarò domenica, anche questa settimana. Ma sì, ero nervoso. Non sono stato in grado di mantenere i nervi saldi durante il match, ma credo che da qualche mese a questa parte io sia cresciuto mentalmente. Naturalmente, giocando in questo momento sento che le condizioni e tutto il resto mi si adattano molto bene. Mi sento davvero a mio agio in campo. Quindi domenica andrò lì per vincere. Non ci sono dubbi. A Shanghai, ovviamente, ci stavo solo provando. Lì mi sono divertito di più e ho fatto tesoro dell’esperienza. Ora sono qui per vincere.
Messi stava chiacchierando con Novak. Poi non so nemmeno chi me lo abbia presentato. In un certo senso l’ho incontrato. Gli ho stretto la mano. Abbiamo chiacchierato un po’. Naturalmente, dopo ho scattato la foto. Mi è sembrato di vederlo non solo come vincitore di tutte le Champions League, della Coppa del Mondo e di tutto il resto, ma anche capire che è umano. È davvero un sogno che si è avverato”.
D. C’è un torneo o una partita in particolare che ti ha trasformato nella nuova versione di te?
Jakub Mensik: “In realtà, è solo il mio percorso. L’anno scorso è stato il mio primo anno nell’ATP Tour, quindi stavo facendo esperienze. Tutto era nuovo per me. Sono arrivato qui solo per divertirmi, per fare esperienza durante le partite, i tornei. Naturalmente ne ho vinti un paio.
Ho più esperienze. Naturalmente, poche settimane fa ho concluso il mio primo anno di anno di tour, quindi sono ancora molto giovane. Sì, questo è solo il mio viaggio, la sensazione che provo. Non è non si tratta di un incontro o di una situazione particolare, ma di tutti i tornei, tutte le partite. Ad ogni partita miglioro sempre di più. Questa è la cosa più importante per migliorare”.