Dopo la sconfitta in finale a Indian Wells, Aryna Sabalenka conquista il titolo al WTA 1000 di Miami, allungando sempre più sulle inseguitrici in classifica.
Battuta 7-5 6-2 una buona Jessica Pegula, brava a lottare, ma non sufficientemente cinica nel concretizzare i vantaggi ottenuti: solo 3 giochi vinti al servizio per l’americana, sui 10 giocati.
Aryna, altalenante nel corso del match, è a tratti apparsa ingiocabile: se Pegula ha potuto lottare, è soprattutto grazie ai tanti dubbi della bielorussa, solita vittima della propria fragilità. Tecnicamente, però, Sabalenka è la giocatrice più forte al mondo, e l’ottavo titolo mille ne è l’ennesima conferma.
Testa, ora, a una superficie ben diversa, ma che Aryana ha imparato ad apprezzare nel corso della carriera.
Per Pegula resta l’amarezza di una sconfitta, ma anche la consapevolezza di aver lottato fino alla fine con una giocatrice a lei superiore.
Primo set: grande spettacolo ed equilibrio, ma è Sabalenka ad avere la meglio
L’inizio al servizio della bielorussa è non poco incerto: l’americana è brava ad aggredire fin dal primo punto, sfruttando gli iniziali dubbi della sua avversaria. Abile nel prendere il controllo della seconda di Aryna, in grande difficoltà sulla prima, guadagna la prima palla break del match. Con la battuta annulla la prima, poi ne cancella una seconda con l’ace e guadagna il gioco inaugurale della finale. La numero 1 del mondo comincia a guadagnare fiducia quindici dopo quindici, ed è improvvisamente 0-40 a suo favore: break a zero, perfetto timing su ogni palla, eccezionale spinta offensiva e continua verticalizzazione.
In risposta, però, forse meno responsabilizzata, la testa di serie numero 4 riesce a esser maggiormente propositiva, aggredendo e trovando ancora una volta le possibilità di rompere il servizio all’avversaria: manca la prima, ma il dritto in cross sancisce il recupero vincente. Pegula, ben conscia della giocatrice a lei di fonte, muove palla sulle diagonali, costringendo Aryna al tennis che meno le si addice. Costretta a far da tergicristallo, la bielorussa appare sempre meno lucida: male sotto rete, in difficoltà nel trovare la velocità e la profondità necessaria a impedire il rientro alla statunitense, e tanto, troppo, fallosa. Un terribile dritto largo regala a Pegula il secondo break consecutivo. La continuità in battuta è ancora ben lontana dall’esser parte di questo match: ancora break, ancora parità, ancora grande equilibrio. A romper la tendenza, è la più potente delle due: riesce a tenere il servizio e, aiutata da un nastro favorevole, vince il gioco in risposta successivo, andando a servire per il primo set. Pegula in ribattuta continua a impattare alla perfezione, rispedendo dall’altra parte della rete palle che, tendenzialmente, non troverebbero più campo: demi-voleè sotto al nastro di Sabalenka e altro controbreak.
L’altissima qualità a rimbalzo delle due continua a regalare spettacolo sul cemento del centrale di Miami, premiando raramente le prime palle: a venir fuori, è ancora Sabalenka: Pegula, autrice di un solo punto con la seconda, vien dominata da un’incredibile Sabalenka che, col miglior gioco del match, guadagna il primo set per 7 game a 5.
Secondo set: Aryna ingiocabile, Pegula deve arrendersi
Un’irruente Sabalenka comincia a toglier ogni certezza dalla racchetta avversaria, sempre meno pericolosa e probabilmente condizionata dall’esito di un primo set meravigliosamente giocato, ma perso. La bielorussa, però, non sembra riuscire a sciogliersi definitivamente, restando vittima di una nostalgica paura: Pegula continua a lottare e, sfruttando qualche errore di troppo di Sabalenka, conquista l’ennesimo break. Dopo una serie di giochi in cui i punti persi erano per gran parte merito della sfidante e raramente suoi errori, Pegula infila svariati gratuiti regalandosi al controbreak e offrendo sempre più fiducia alla numero 1 del mondo. Pegula, ora, sembra realmente calare, su ogni aspetto: sotto 0-40 riesce a rimediare allo svantaggio, favorita da una bielorussa sempre emotivamente instabile e condizionata dai propri dubbi. Alla fine, però, Aryna vien fuori col braccio di ferro, dimostrando quanto veramente meriti la posizione che occupa nella classifica globale.
Alla battuta la numero 1 del seeding sembra aver trovato la miglior condizione, mentre Pegula appare sempre meno in grado di impensierire un’avversaria a tratti ingiocabile.
Con un meraviglioso passante lungolinea in corsa di rovescio, Aryna è campionessa a Miami, chiudendo il secondo parziale 6 a 2.