Nel giro di pochi mesi Novak Djokovic è passato da dare ipotetici segni di cedimento quasi mai visti prima ad andare a due tiebreak dal titolo ATP numero cento, tra l’altro in un torneo Masters 1000. D’altronde prima dare per finito uno come Nole, bisognerebbe controllare quante cartucce ancora da sparare e a quanto pare non sono ancora poche.
Novak agli Australian Open si era presentato dopo una sconfitta ai quarti di finale abbastanza sorprendente contro Reilly Opelka a Brisbane, ma si sa che quando si alza la posta in palio Djokovic si fa trovare pronto. Nel primo Slam del 2025, il serbo supera in scioltezza i primi turni, eliminando anche Carlos Alcaraz ai quarti in quattro set. La fine della corsa arriva dopo un’ora e 22 minuti contro Alexander Zverev per un problema fisico.
I vari ritorni post AO non danno segnali positivi: prima la sconfitta in due set contro Matteo Berrettini a Doha e successivamente all’esordio stagionale a Indian Wells contro Botic Van de Zandschulp, un anno dopo il ko al terzo turno contro Luca Nardi. Con la sconfitta con l’olandese Djokovic scrive un record, questa volta negativo. Infatti è stata la solamente la quinta volta in tutta la sua carriera, nonché la prima dal 2018, in cui Novak Djokovic esce sconfitto per tre volte di fila.
Proprio qui, quando sembrava tutto finito, Novak torna a ruggire a Miami. Nel torneo che lo ha visto trionfare sei volte, il serbo elimina in rapida successione i vari Rinky Hijikata, Camilo Ugo Carabelli, Lorenzo Musetti, Sebastian Korda e Grigor Dimitrov. Alcuni successi arrivano concedendo poco o nulla, altri dominando i tiebreak ovvero uno dei marchi di fabbrica del campione olimpico di Parigi.
Eppure proprio i tanto cari tiebreak sono a punire Nole nella finale giocata con quasi sei ore di ritardo contro Jakub Mensik. Un doppio 7-4 al tie rimanda la festa del centesimo titolo a Djokovic e regala un successo ancora più storico per il ceco, capace dunque di vincere il suo primo titolo ATP in un Masters 1000 contro una leggenda.
Nole 100: quando, dove e come
Tornando a Djokovic, ora inizia la stagione su terra rossa e Nole sembra avere le idee chiare sui prossimi obiettivi. Dopo aver battuto l’amico Grigor Dimitrov, Novak ha spiegato che “da quando ho vinto il titolo numero 99 a Parigi (Olimpiadi, ndr), ho sempre giocato con la prospettiva di vincere il titolo numero 100″.
Ancora prima, precisamente dopo aver sconfitto Ugo Carabelli nel suo secondo match a Miami, Djokovic aveva spiegato come nella sua testa non ci sia più diventare il numero uno al mondo bensì “essere in grado di giocare il miglior tennis nei Gran Slam e nei torni a cui partecipo. Il mio programma è ridotto e non inseguo più i punti in classifica“. Sempre in occasione di questa conferenza stampa, Djokovic aveva accennato ai titoli di Jimmy Connors, colui che ha vinto più titoli nel singolare maschile nell’era Open ovvero ben 109 (“Sarebbe sicuramente fantastico raggiungere quel record).
Dietro a queste parole, oltre alla sana ossessione per quanto riguarda continuare a voler raggiungere titoli e record, notiamo che Nole non solo vuole arrivare a quota 100 e successivamente provare a superare Connors, ma anche di farlo in maniera degna. Quindi sembrerebbe che piuttosto che accumulare tornei a profusione, Nole preferisca raggiungere in grande stile i due primati del 2025. Se deve succedere che succeda ad altri livelli: sembra essere questa la mentalità del serbo che vuole a tutti i costi lasciare il segno alla sua maniera.