Dopo le incertezze legate alle sue condizioni fisiche, Novak Djokovic è arrivato al Country Club della sua Montecarlo per tentare ancora una volta di conquistare il 100° titolo che gli è sfuggito a Miami.
Questo il resoconto del suo incontro con Ubitennis e con la stampa internazionale.
UBALDO SCANAGATTA: Ero qui nel 2006 quando hai perso contro Federer, 6-3 2-6 6-3. Cosa ricordi di quella partita?
NOVAK DJOKOVIC: “Ricordo di essermi qualificato per il torneo e di aver sempre sognato da bambino di poter giocare a Monte Carlo. È un luogo incredibilmente bello e affascinante per giocare a tennis. Quindi, quando mi qualificai, ero molto felice. Quando il sorteggio mi assegnò Federer al primo turno, avevo sentimenti contrastanti, ma ero comunque molto contento, da giovane ragazzo quale ero, di poter giocare contro il migliore al mondo, su uno dei campi più importanti. Penso di aver giocato bene. È stata una buona partita. Non ricordo esattamente i dettagli, so che fu in tre set, ma fu una delle prime grandi sfide contro i migliori giocatori del mondo. Mi servì per dimostrare a me stesso di essere in grado di competere ad alto livello, una lezione che ho poi utilizzato per migliorarmi ulteriormente.”
D: Sei qui a Montecarlo con tuo fratello Marco?
NOVAK DJOKOVIC: “Mio fratello è qui per aiutarmi. Non era mai stato parte del programma lavorare con Andy questa settimana, quindi ho pensato a chi avrei voluto avere accanto oltre al mio preparatore e al mio fisioterapista. Mio fratello Marco è stato felice di unirsi a me. Questo mi è di aiuto a diversi livelli, anche emotivamente. Oltre al fatto che mi da la possibilità di trascorrere del tempo con lui, cosa che di solito non accade spesso. Quindi è fantastico.”
D: A proposito di Andy in quali tornei lo avrai al tuo fianco? Cosa ti ha detto di Miami?
NOVAK DJOKOVIC: “Abbiamo parlato di Miami, ovviamente c’è un po’ di amarezza per aver perso la finale, ma nel complesso è stato un grande torneo con un ottimo livello di gioco da parte mia. Non ho perso neanche un set fino alla finale, ho servito bene e giocato altrettanto bene. Sono stato solo un po’ sfortunato in finale, nei due tie-break in cui lui è stato migliore. Questo comunque mi dà molta fiducia e positività riguardo il mio gioco a Miami. Abbiamo in programma di essere insieme a Madrid, e poi vedremo, probabilmente anche a Roland Garros.“
D: Hai parlato spesso di motivazione e delle difficoltà capitate di recente. Giocare a Miami e avere Marco con te questa settimana ti ha dato motivazione?
NOVAK DJOKOVIC: “Cerco di mantenere il mio equilibrio mentre vado avanti. Quando parlo di equilibrio, intendo trovare una giusta armonia tra vita professionale e privata, essere contento di quello che faccio e di come lo faccio, e trovare la motivazione per continuare, non solo nei tornei, ma anche nelle settimane di allenamento, giorno dopo giorno. Non c’è dubbio che sia diventato più difficile rispetto al passato, ma le prestazioni che ho messo in campo a Miami mi danno ispirazione per continuare. È fantastico giocare bene, vincere le partite. Ovviamente, quando si gioca meno bene e si inizia a perdere presto nei tornei, ti poni più domande, emergono dubbi. Dopo Miami, ho ritrovato la gioia di stare in campo e sento di avere ancora un buon livello di prestazione. Vedremo se riuscirò a portarlo avanti. Ovviamente la terra rossa è una superficie completamente diversa e non ho avuto molto tempo per abituarmi. Quindi le mie aspettative qui non sono molto alte in termini di risultati, è più una questione di giocare il maggior numero possibile di partite e cercare di raggiungere il picco verso la fine della stagione sulla terra battuta, soprattutto a Parigi.”
D: La tua partecipazione qui è stata in dubbio dopo Miami?
NOVAK DJOKOVIC: “Sì, soprattutto a causa dell’infezione all’occhio e di una lieve infezione virale con cui ho avuto a che fare la scorsa settimana, ma sembra che ora vada meglio. Non è ideale. L’infezione all’occhio è iniziata il giorno della semifinale a Miami e ho avuto difficoltà nella finale. Sta migliorando. Oggi visiterò il medico, vedremo. Ma per il primo turno qui dovrebbe andare bene.”
UBALDO SCANAGATTA: Ti sorprende che Jannik Sinner sia ancora numero uno nella Race, anche avendo giocato solo l’Australian Open? Ti aspettavi che gli altri giocatori top, come Alcaraz e Zverev, non riuscissero a performare come ci si aspettava?
NOVAK DJOKOVIC: “Quando vinci uno Slam accumuli 2000 punti, che sono davvero tanti. Sicuramente Zverev non sarà molto soddisfatto dei suoi risultati dopo aver giocato cinque tornei dall’Australia. Alcaraz probabilmente lo stesso. Oggi però tutti giocano un buon tennis. La superiorità che eravamo abituati a vedere in passato non è garantita, dipende anche da chi c’è dall’altra parte della rete, dalle circostanze. A volte incontri un giocatore che sta giocando in modo straordinario e ti batte, e basta. È una stagione lunga, e sono sicuro che i tre giocatori citati saranno probabilmente i principali contendenti per il numero uno a fine anno.“
D: Domanda ipotetica: il tuo centesimo titolo potrebbe coincidere con il tuo venticinquesimo Slam. C’è la possibilità che tu smetta immediatamente dopo?
NOVAK DJOKOVIC: “Non credo, ma non si sa mai. Sento ancora di avere energia e di poter giocare ad alto livello, come ho dimostrato in Australia e Miami. Questo mi dà soddisfazione. So che alcune persone pensano che dovrei ritirarmi in un momento alto, ma si vedrà. Certo, vincere il centesimo titolo in uno Slam sarebbe fantastico, firmerei subito, ma è una grande sfida, bisogna essere umili e sperare per il meglio.”
D: Potresti affrontare Wawrinka nel tuo primo match. Ti sorprende che sia ancora qui?
NOVAK DJOKOVIC: “Si parla della mia età, ma lui? Ha 40 anni e ancora va forte! Amo Stan, è un grande ragazzo e un campione fenomenale, spesso sottovalutato. Ha vinto tre Slam, Coppa Davis, oro olimpico… una leggenda del tennis. È incredibile vedere quanto tempo passa ad allenarsi, è ammirevole. Sarebbe bello giocare contro di lui, un duello tra veterani! Potrebbe essere la sfida più anziana della storia del torneo.”
D: La lettera che i giocatori hanno inviato chiedendo una maggiore quota dei ricavi. Cosa pensi sia equo?
NOVAK DJOKOVIC: “I giocatori sentono che, in termini di premi in denaro, i tornei del Grande Slam dovrebbe avvicinarsi in termini percentuali a quella che vedi nel tour. Questo sarebbe l’ideale, ma non avverrà dall’oggi al domani. È un obiettivo a lungo termine. Speriamo che i tornei del Grande Slam ci ascoltino e vogliano coinvolgerci nelle decisioni, perché riguardano direttamente noi giocatori. Dobbiamo essere parte della conversazione e avere rappresentanti che ci tutelino.”