[1] J. Pegula b. S. Kenin 6-3 7-5
Jessica Pegula regola in due set Sofia Kenin, mettendo a segno il successo numero 25 della stagione (la seconda per vittorie è Aryna Sabalenka con 23) che le vale l’ottavo titolo in carriera, il secondo a livello WTA 500 dopo Berlino 2024. In Germania si giocava sull’erba, ma la superficie è verde anche al Credit One Charleston Open, il noto Har-Tru, basalto igneo frantumato che poi è grigio; d’altra parte proviene dai Monti Blue Ridge, quindi tutto torna.
Il punteggio, quel 6-3 7-5 maturato in 86 minuti, nasconde un duplice parziale nella seconda partita, dopo che la prima era andata via piuttosto liscia per Jessica. Kenin si è infatti messa a giocare meglio, non ancora ai suoi massimi livelli, ma almeno limitando gli errori e approfittando di un appannamento dell’avversaria, tanto da salire 5-1. Subito tre set point in risposta, ma Pegula ha avuto il merito di non averglieli fatti giocare e da lì è girata di nuovo l’inerzia del match: sei game consecutivi davanti a una sempre più sconsolata Sofia, alla fine incapace di tenere la palla in campo.
Un vero peccato, che tuttavia non cancella la sua ottima settimana nella Carolina del Sud che le permette tra l’altro un balzo di 10 posizioni, fino al n. 34. Certo, siamo ancora lontanissimi da quel numero 4 del mondo di cinque anni fa, poco dopo aver alzato il trofeo dell’Australian Open. Dopo il trionfo Slam, il titolo a Lione (il quinto e ultimo, finora) e la finale al Roland Garros, poi una serie di guai fisici l’aveva fatta precipitare oltre la 400^ posizione.
Dal canto suo, brava Jessica a intuire la possibilità di evitare il terzo set e a infilarsi nelle crepe di fiducia della sua avversaria. Dopo Austin, mette così in bacheca la seconda coppa del 2025, la prima vinta sulla “terra battuta”, in quella che è stata la prima finale all-american a Charleston dal 1990, quando Martina Navratilova batté Jennifer Capriati.
IL MATCH – Kenin parte completamente fuori centro, un doppio fallo e altri tre gratuiti rapidissimi. Pegula tiene e, tra scambi di smorzate, ha due occasioni da sinistra per il 3-0 pesante, ma Sofia piazza altrettanti vincenti dopo il servizio; puntuale arriva allora il contro-break, 2 pari.
Kenin cerca di nuovo di perdere il servizio a zero, ma piazza cinque vincenti consecutivi – sono cose che fa, come quella volta che così ci ha vinto uno Slam contro Muguruza. Altri tempi e infatti al turno successivo non segna un punto, mentre Jessica fa il suo e sale 5-3, assicurandosi la possibilità di servire per far suo il parziale; possibilità che rimane tale perché la statunitense nativa di Mosca sbaglia ancora e la sua connazionale di Buffalo è a un set dal titolo.
Nella seconda frazione, Kenin parte strappando il servizio, poi si impantana in un lungo secondo gioco che alla fine butta fermandosi in mezzo al campo per aspettare il rientro dell’avversaria e tirare (lungo) un dritto al volo invece di avanzare per chiudere la volée nel campo ancora aperto. Jessica restituisce il favore volante nel game successivo, ma nel suo caso non è un errore isolato bensì il prodromo di un calo evidente. Sofia ne approfitta per volare 5-1, vedendo però sfumare senza potersele giocare tre palle per andare al terzo – una prima solida che non torna, figuriamoci i due ace.
Pegula si ritrova e comincia ad avvicinarsi pericolosamente, la fiducia di Kenin è pronta per la picchiata, momento che arriva servendo sul 5-4, dopo essersi fatta recuperare sul 30 pari: doppio fallo, poi una seconda battuta spaccata dalla risposta bimane della numero 4 del mondo e 5 pari. Il body language negativo rivela che Kenin dà ormai il match per perso, i punti consecutivi di Jesse, praticamente senza sforzo, diventano dieci e dunque 7-5, gioco, partita, incontro e torneo Pegula. Per lei, ritorno al best ranking, numero 3 del mondo, scavalcando Coco Gauff.