G. Monfils b. [Q] F. Marozsan 4-6 6-1 6-1
Vince in rimonta, davanti al suo pubblico, il 38enne Gael Monfils che vince di rincorsa contro Fabian Marozsan per 4-6 6-1 6-1. Il primo set è deciso da un break di Marozsan nel nono gioco. L’ungherese gioca una partita generosa, spingendo appena ne ha l’occasione, come dimostrano i 14 vincenti del primo parziale. Il francese è discontinuo al servizio e in risposta non riesce ad arginare la prima avversaria. L’ungherese proveniente dalle quali chiude così 6-4 in 46′.
Nella ripresa però Monfils inverte la tendenza: al servizio non sbaglia un colpo – 9/10 con la prima nel set – e da fondo comanda con il dritto. Marozsan non è più brillante come nel set precedente, sbaglia di più con il dritto, e cede per due volte il servizio (nel quarto e sesto game), chiuso poi dal 38enne per 6-1.
Il terzo set è simile per andamento al secondo: Monfils spinge da fondo, e Marozsan non tiene il campo come nel primo set. Gael continua a servire con percentuali ottime, mentre l’ungherese boccheggia al servizio, specie con la seconda palla troppo attaccabile. I break arrivano di conseguenza, ben tre, nel terzo, quinto e settimo gioco; l’ultimo dei quali manda Monfils al secondo turno dove affronterà Andrey Rublev.
[Q] D. Altmaier b. [16] F. Auger Aliassime 7-6 (5) 6-3
Il primo upset di giornata appartiene al tedesco Daniel Altmaier che sorprende il canadese Felix Auger Aliassime 7-6 (5) 6-3 in 2 ore di partita. La differenza sta nel rendimento con la prima palla: 74% di punti vinti dal tedesco contro il 66% del canadese. Anche gli errori hanno condannato Aliassime che ha commesso 16 gratuiti a differenza dei soli 7 di Altmaier. Il primo parziale vede comunque un ispirato canadese portarsi sul 4-2 grazie al break nel secondo game. Dopodiché la luce si spegne per la sedicesima forza del seeding che perde fiducia e viene rimontato fino al 5-5.
La partita si protrae al tie-break dove il tedesco vince ancora in rimonta, per 7-5, dopo essere andato sotto 1-3. Nella ripresa Aliassime alza il rendimento al servizio, gioca più sciolto, e come nel primo set breakka in apertura il suo avversario. Ma come nel primo parziale la luce si spegne a metà set, con Felix che fatica a leggere il servizio di Altmaier. Dopo il contro break del tedesco, Aliassime perde di nuovo la battuta nel sesto game, per poi cedere 6-3. Al prossimi turno per Altmaier ci sarà Richard Gasquet.
A. Muller b. U. Carabelli 6-4 6-4
Con un periodico 6-4 il francese Alexandre Muller vince al suo esordio al Monte Carlo Masters contro l’argentino Camilo Ugo Carabelli. Due set speculari, risolti da due break giunti entrambi nel decimo gioco. Poca la differenza in termini di prestazione per i due giocatori: solidi al servizio, con la differenza che il francese raccoglie di più con la seconda palla rispetto al suo avversario. Il secondo set fila spedito senza sussulti, fino al break finale con cui Muller avanza al secondo turno dove attende il vincente tra il derby russo Medevedev-Khachanov.
[9] D. Medvedev b. K. Khachanov 7-5 4-6 6-4
“Era un po’ lentino” ha detto Daniil Medvedev alla fine del match vinto sul concittadino Karen Khachanov per 7-5 4-6 6-4 dopo 2 ore, 52 minuti e 30 secondi, che sembra un’inutile precisazione mai poi vedremo che ha il suo motivo.
Medvedev parte con le idee chiare contro Khachanov, almeno inizialmente. Gli scambi sono lunghi, articolati, i due avversari si conoscono bene: Daniil cerca di addormentare il gioco, Karen prova a uscire dalla ragnatela di scambi ma commette troppi errori. Il primo break arriva nel quarto gioco, a cui segue quello nel sesto, con Medvedev che serve per il set sul 5-1.
Ma sul più bello si spegne la luce per la nona forza del seeding: Khachanov si fa più aggressivo in risposta minando le certezze di Medvedev che perde lucidità e per due volte di fila il servizio fino al 5-5. Daniil ha tre set point nel decimo gioco, ma Khachanov si salva con una serie di grandi difese. Nel dodicesimo game però non può far nulla e Medvedev si prende il set per 7-5 vincendo un game da sotto 15-40.
La ripresa si apre con il break di Medvedev nel secondo game dopo un paio di errori di dritto di Khachanov. Comincia una battaglia di nervi dove a un break ne segue un altro fino all’allungo di Medvedev (4-1). Karen però ha altre idee e la partita prende l’ennesimo risvolto: prima contro breakka Daniil nel settimo game, e poi ne trova un altro nel nono per andare a servire per il set. Alla fine Karen si prende un sudatissimo secondo set 6-4.
Tre volte avanti di un break nel terzo, l’ultima sul 5-3, Medvedev non è mai riuscito a consolidare il vantaggio; tuttavia, servendo per primo, gli è stato sufficiente strappare una quarta volta nel parziale il servizio di Khachanov (“è un big server e ha fatto un solo ace”, parole ancora del vincitore e numero corretto). Insomma, quella quarta volta è arrivata dopo che al cambio campo aveva chiesto all’arbitro Renaud Lichtenstein di far accendere un gruppo di riflettori rimasti spenti. Il punto che decide il game e quindi il match (un punto solo decisivo su 215 è un vago azzardo ma) arriva sul 15 pari: smash lungo. 30 pari, poi Medvedev piazza il lungolinea bimane vincente e infine approfitta del recupero largo sulla sua smorzata. Con la gamba sinistra rigida, Daniil va a stringere la mano all’amico, poi è costretto a sedersi, tanto che invece di andare a scrivere sulla telecamera è la telecamera che va da lui. Chiede quindi l’intervento del fisio, “è successo a due punti dalla fine” gli dice prima di urlare di dolore quando l’altro gli mette le mani dietro la coscia. Prossimo turno contro Muller.
A. Davidovich Fokina b. [11] B. Shelton 6-7(2) 6-2 6-1 (di Michelangelo Sottili)
Uno fatica sulla terra rossa, l’altro fatica a chiudere i match: ne viene fuori un duello a suo modo emozionante, a dispetto dei 35 vincenti contro i 90 errori complessivamente parlando. In realtà, perso il primo set al tie-break dopo aver servito due volte per chiuderlo e partito 0-2 nel secondo, Alejandro Davidovich ha piazzato un parziale di dodici-giochi-a-uno, ma in questo sport la faccenda non finisce finché ADF (e chiunque altro, invero) non vince l’ultimo punto. E lo ha vinto piantando un ace, Alejandro.
Un primo set caratterizzato dal 46% di punti con la prima e 71% con la seconda per Davidovich, sollevando quindi leciti interrogativi, per esempio perché metta in campo il 63% di prime invece di sbagliarle tutte apposta. In ogni caso, due volte controbrekkato nel finale di partita, Alejandro va 2-0 nel tie-break prima di subire sette punti di fila.
Finito sotto 0-2 nel secondo set, si sarà allora detto, ok, adesso tocca a me farne sette di fila, però di game e già che c’era ne ha fatti otto. La velocità della sua prima scende e salgono così le sue chance di tenere la battuta – un solo break fino alla fine del match.
Prima che inizi il terzo set, Ben chiama il fisioterapista per farsi incerottare un dito, viene brekkato per il 2-0, strappa a sua volta il servizio spagnolo, ma quello rimane il suo unico game vinto e Davidovich, qua finalista nel 2002, avanza al secondo turno in attesa di Etcheverry o Moutet.