Un urlo liberatorio, a pieni polmoni, come quello di un animale chiuso in gabbia, che non vedeva l’ora di uscire e sentirsi di nuovo libero. La partita di Matteo Berrettini contro Alexander Zverev è stato un mix di emozioni davvero forti per il tennista romano che è tornato a vincere contro un top-5 su terra battuta dopo ben sei anni dall’ultima volta. In quell’occasione, il numero 34 al mondo riuscì ad avere la meglio sempre su Sasha ai Masters 1000 di Roma.
Possiamo dunque definirla la miglior partita in carriera di Matteo? Si è molto dibattuto su questo argomento dopo la vittoria e lo stesso Berrettini ha deciso di spendere qualche parola a riguardo: “Guardando il ranking probabilmente si, ma ci sono partite e partite, come ad esempio la vittoria con Djokovic di quest’anno o la finale di Wimbledon“.
Adesso Berrettini non ha alcun intenzione di fermarsi e vuole provare ad arrivare fino in fondo al torneo, consapevole dei suoi mezzi e soprattutto di aver eliminato la testa di serie numero 1. Il prossimo avversario potrebbe essere proprio il suo connazionale, Lorenzo Musetti, che dovrà prima passare il turno contro Jiri Lehecka. La vittoria contro Zverev è la sesta di un italiano contro la testa di serie numero 1 in un torneo Masters 1000.
Le altre vittorie azzurre contro la tds n.1 in un 1000
Chi prima di Berrettini è riuscito in questa impresa? Bisogna riavvolgere il nastro e tornare indietro di 18 anni. Il primo successo risale agli Internazionali Bnl d’Italia del 2007. Agli ottavi di finale, sul campo centrale, si presenta un uomo di casa, Filippo Volandri, che trova davanti a sé il numero 1 al mondo Roger Federer. L’attuale capitano dell’Italia giocò la sua miglior partita in carriera, dominando in lungo e in largo Re Roger.
Un 6-2 6-4 che rimarrà per sempre impresso nei ricordi di Volandri che – successivamente – riuscì a battere anche Berdych e Gasquet, raggiungendo la semifinale, prima di doversi arrendere a Fernando Gonzalez. Roma porta fortuna ai tennisti italiani. Il secondo successo infatti risale al 2017 e porta il nome di Fabio Fognini. Ben 10 anni dopo, il tennista ligure regala al popolo azzurro un altro successo incredibile.
Questa volta, l’avversario è Andy Murray, ma il copione è lo stesso: il risultato finale è anche qui 6-2 6-4, match chiuso in un’ora e 33′ di gioco, dominato fin dai primi istanti da Fognini. Una vittoria importantissima, avvenuta in un momento particolare della vita di Fabio che – al termine della sfida – ha lasciato una dedica alla moglie Flavia Pennetta, scrivendo sulla telecamera “Ciao Nina… manca poco poco“, in riferimento al fatto che sarebbe diventato a breve papà.
Giriamo ancora il nastro e questa volta torniamo indietro di soli 2 anni. Siamo a Miami ed è il 1 aprile del 2023. Jannik Sinner ha la possibilità di raggiungere la sua seconda finale in un Masters 1000 in carriera, ma davanti a sé c’è il numero 1 al mondo Carlos Alcaraz. Entrambi si presentano sul cemento dell’Hard Rock Stadium in una strepitosa condizione e senza aver concesso un set agli avversari.
L’altoatesino perde al tie-break nel primo set, ma – con una forza mentale strepitosa – riesce a ribaltare la partita 6-7(4) 6-4 6-2 e dopo tre ore di gioco raggiunge Daniil Medvedev in finale. Ah, e come dimenticarsi del magnifico punto di Jannik che, dopo uno scambio infinito, trova il passante decisivo per chiudere il punto durante il settimo game. Per lo spagnolo, oltre al danno anche la beffa: persa la prima posizione del ranking ATP che torna nelle mani di Novak Djokovic. Sinner, tuttavia, perse in finale contro il russo 7-5 6-3.
Torniamo a Montecarlo, qualche settimana dopo il successo di Sinner su Alcaraz. Questa volta il protagonista assoluto della scena è Lorenzo Musetti che si impone sul numero 1 al mondo Novak Djokovic, firmando un vero e proprio capolavoro sulla terra battuta. Tre ore di gioco, di cui un un’ora di interruzione per la pioggia e vittoria 4-6 7-5 6-4. Un match pieno di alti e bassi per il tennista serbo che litiga con il servizio ed è bravo l’azzurro a leggere la situazione, capire il momento e affondare il colpo decisivo.
La quinta vittoria invece porta la firma di Luca Nardi, durante Indian Wells 2024. La vittima, anche in questo caso, è ancora una volta Novak Djokovic che mai in carriera aveva incassato una sconfitta contro un giocatore di una classifica così bassa in un torneo Masters 1000 o in uno Slam. Una notte da sogno, da star per Nardi che si regala una gioia immensa, giocando la partita perfetta e superando il serbo 6-4 3-6 6-3 in due ore e 22′ di gioco.
In questa speciale lista per il tennis italiano, possiamo citare anche altre due imprese avvenute prima degli anni ’90. Non esisteva ancora la categoria, ma ci sono due partite che rimarranno per sempre nei libri di storia. Nel 1976, Adriano Panatta superò in finale degli Internazionali d’Italia Gullermo Vilas 2-6 7-6(5) 6-2 7-6(1), mentre otto anni dopo, nel 1984, Francesco Cancellotti eliminò al secondo turno, sempre a Roma, Mats Wilander 6-3 6-0.