[13] L. Musetti b. M. Berrettini 6-3 6-4
Musetti marches on 👏
— Tennis TV (@TennisTV) April 10, 2025
Lorenzo Musetti takes down Berrettini 6-3 6-3 to win the all-Italian clash in Monte-Carlo 🇮🇹#RolexMonteCarloMasters pic.twitter.com/mVFp9NeYJP
È durato un’ora e trentaquattro minuti il derby azzurro tra Lorenzo Musetti e Matteo Berrettini, un match molto atteso ma che, nei fatti, ha avuto poca storia. Il numero 16 del mondo si è imposto con un netto 6-3 6-3, offrendo probabilmente la sua miglior prestazione stagionale. Lo ha ammesso lui stesso a fine partita, consapevole di aver messo in campo un tennis solido, lucido e ispirato come mai visto finora in questo 2025.
Musetti ha saputo leggere alla perfezione la sfida, costruendola col suo consueto repertorio vario e intelligente: parabole alte sul rovescio del romano, servizi in kick e smorzate chirurgiche a spezzare il ritmo. Una lezione di tattica, prima ancora che di tecnica.
Per Berrettini, invece, una giornata da dimenticare. Mai realmente dentro il match, mai in grado di trovare una scossa. Un’involuzione resa ancora più evidente da un problema fisico al piede destro, per il quale è stato costretto a chiedere l’intervento del fisioterapista nel finale. Una fasciatura, però, non è bastata a cambiare l’inerzia di un incontro che sembrava segnato sin dai primi scambi.
Tanti, troppi gli errori non forzati di Matteo – 36 a fine match – a certificare una prestazione opaca, condizionata dal fisico ma anche da una condizione mentale che non ha mai davvero retto l’urto.
Giustamente premiato, invece, Musetti: centrato, brillante e meritatamente ai quarti di finale, dove ad attenderlo ci sarà il vincente tra Tsitsipas e Borges.
Le premesse del match
Un derby azzurro al sapore di Riviera, tra il blu del Mediterraneo e il rosso vivo della terra battuta del Country Club, di sicuro uno dei posti più belli (se non il più) dove giocare a tennis: Matteo Berrettini e Lorenzo Musetti si ritrovano faccia a faccia agli ottavi del Rolex Monte-Carlo Masters, ed è un confronto che va ben oltre la classifica o i precedenti (1-1, con vittorie nette ma su superfici opposte). È il presente che parla, e racconta due traiettorie diverse che si incrociano nel momento forse più delicato della stagione per entrambi.
Da un lato c’è Berrettini, il gladiatore ritrovato, che dopo mesi di ombre è tornato a imporsi con la sua presenza scenica e il tennis martellante che lo aveva portato fino al numero 6 del mondo. In mezzo c’è una striscia impressionante sul rosso (19 vittorie e una sola sconfitta dal 2023), una cavalcata iniziata in sordina e culminata due giorni fa con il trionfo su Zverev, una delle vittorie più significative della sua carriera. A Monte Carlo sogna il quinto quarto di finale in un Masters 1000 e la vittoria numero 200 a livello ATP.
Dall’altro lato della rete c’è Lorenzo, il Musetti poetico, il genio incostante che però sulla terra trova sempre un motivo in più per incantare. Già ai quarti di finale qui nel 2023, capace di battere Djokovic con uno dei suoi magic moment, Lorenzo arriva con ambizioni concrete e una maturità che gli ha permesso di vincere due match che probabilmente, in altri momenti, avrebbe perso.
Due modi opposti di vivere il tennis. Il loro incrocio profuma di presente, ma anche di futuro: perché tra un rovescio pittorico e un dritto esplosivo, il tennis italiano oggi si specchia in due dei suoi volti migliori: in palio c’è il simbolico titolo di numero 2 d’Italia.
Primo set: Musetti prende subito il comando delle operazioni
Musetti vince il sorteggio e sceglie di partire al servizio. L’approccio è subito positivo: tiene il primo turno di battuta nonostante un avvio in salita (0-30), dimostrando di avere già il polso della situazione. Dai primi scambi si intuisce la strategia del carrarino: variare molto, cambiare ritmo, chiamare spesso Berrettini in avanti e costringerlo a spostamenti continui.
Il secondo game sembra scorrere liscio per il romano, ma i troppi errori in fase di costruzione – ben cinque – spalancano la porta a un break che Musetti coglie con puntualità. È 2-0 e il canovaccio si conferma anche nel gioco successivo: Matteo va in difficoltà sulla gestione dello scambio, Musetti lo costringe sempre a una scelta in più, spesso a un errore in più. Il punteggio scivola sul 3-0.
Berrettini rompe finalmente il ghiaccio nel quarto game e muove il punteggio, ma la sostanza non cambia: Musetti ha saldamente in mano l’inerzia dell’incontro. Il romano continua a sbagliare, non trova il campo con continuità e fatica a leggere le trame del toscano, che lo chiama spesso a rete, lo obbliga a muoversi, lo confonde con soluzioni sempre nuove.
Sul 5-2 Berrettini riesce a dare un segnale, tenendo il servizio con qualche sofferenza di troppo. Ma è un fuoco di paglia. Musetti va a servire per il set e lo fa in scioltezza, senza dover attingere a magie né colpi spettacolari: gli basta la solidità per chiudere il parziale e mettere in chiaro chi è, al momento, il padrone del campo. Matteo continua a sbagliare, Lorenzo invece cresce in fiducia e consistenza.
Secondo set: Berrettini non al meglio, Musetti perfetto
L’inizio del secondo parziale ricalca esattamente il copione del primo. Musetti è il primo a colpire, e lo fa con un break immediato. Berrettini appare spento, privo di energia e di reazione. Gli errori continuano a sommarsi, mentre Musetti prosegue nel suo piano partita con lucidità: alte parabole sul rovescio, smorzate ben calibrate, servizi in kick che mandano fuori giri l’avversario.
Si va rapidamente sul 2-0, con un Berrettini che appare pesante sulle gambe, quasi imballato. Nel terzo game va sotto 0-40: siamo al 56esimo minuto di gioco e Musetti ha la possibilità di allungare in modo forse definitivo. Ma qui, con orgoglio, Berrettini reagisce. Annulla le tre palle break e riesce ad accorciare sul 2-1, nonostante un dato che pesa come un macigno: 32 errori non forzati fin qui.
Musetti però non si scompone. Inserisce anche qualche vincente in più al suo copione e continua a martellare sul punto debole dell’avversario. Lo allontana dal campo, poi lo chiama avanti: un mix che funziona alla perfezione. Sul 4-2 per il numero 16 del mondo, dalle tribune si percepisce chiaramente la sensazione che la partita sia già scritta.
Al minuto 76, Musetti si procura una palla break potenzialmente decisiva. Ma Berrettini si salva, con un pregevole scambio sottorete che gli vale il 4-3. Durante il cambio campo, però, arriva la spiegazione (almeno parziale) della sua condizione: entra il fisioterapista per curare una vescica. Dopo il medical time out, Musetti torna a servire con la solita autorevolezza e mette in cassaforte il 5-3. Tocca a Berrettini restare aggrappato al match, e il romano risponde con un sussulto d’orgoglio: qualche spunto dei suoi, un paio di scambi da applausi. Ma è troppo tardi. Musetti va a servire per il match e lo fa con la stessa compostezza che ha mostrato dall’inizio: chiude senza affanni e sigilla una vittoria netta, meritata. I due si abbracciano a rete: un gesto sincero, che racconta tutto il rispetto e l’amicizia che li lega, al di là del risultato.