Magique-Richard. Colui che ancora oggi, alla soglia dei 39 anni, con intramontabile naturalezza, riesce a piazzare dei formidabili dropshot al di là della rete, facendo passare – tale gesto – come la cosa più semplice del mondo. Maledetto Gasquet, magique-Richard. Sì, perché l’ex enfant prodige dallo sguardo perennemente malinconico e dal sublime rovescio ad una mano, si è congedato in maniera definitiva dal Rolex Monte-Carlo Masters attraverso una dignitosissima sconfitta subita contro il tedesco Daniel Altmaier e una serie di giocate che hanno entusiasmato (non poco) la platea monegasca.
Del resto, quella di Gasquet con Monte-Carlo è una storia cominciata nell’oramai lontano 2002, quando da giovanissima wild card il tennista transalpino riuscì a battere Davydenko e Voinea per poi sconfiggere, al 1° turno del main draw, l’argentino Franco Squillari, semifinalista al Roland-Garros del 2000 e (all’epoca) numero 53 del mondo, diventando così, a soli 15 anni e 10 mesi, il più giovane tennista a conquistare un match in un torneo Masters Series. “The Way I Feel” avrebbero cantato i Keane.
In realtà, l’universo magico della racchetta si è accorto del nativo di Béziers soprattutto nel 2005, quando Gasquet realizzò il suo primo vero grande exploit – nel mondo degli adulti – proprio al torneo di Monte-Carlo superando, non ancora diciannovenne, l’allora numero 1 indiscusso del ranking maschile, Roger Federer, raggiungendo così la semifinale del torneo monegasco. Gasquet, infatti, vinse al termine di uno scontro epico (6-7 6-2 7-6 il risultato finale), salvando ben tre match point prima di trionfare in un tie-break che nessuno potrà mai dimenticare. Il giorno dopo, solo un grande Rafael Nadal, futuro vincitore del suo primo Masters 1000 a Monte-Carlo, riuscì a bloccargli la strada verso la finale. Quell’anno, in pratica, fu uno degli unici quattro giocatori a battere la leggenda elvetica (insieme al sunnominato Rafael Nadal, all’argentino David Nalbandian e al buon Marat Safin). E scusate se è poco.
Ultima gara al Rolex Monte-Carlo Masters, dicevamo. Sì, perché la sconfitta subita contro Altmaier – che nel post-vittoria ha scritto “Rispetto per Richard Gasquet” sulla telecamera – non ha rabbuiato l’atleta transalpino. Anzi. “Daniel mi ha ringraziato e si è congratulato con me per la mia carriera.“. Ha sottolineato Richard nella consueta intervista del dopogara. “È sempre bello avvertire il rispetto degli altri giocatori, perché ho trascorso tanti anni con loro nel tour. È molto importante per me. Il tennis è uno sport difficile. Tutti lottano per cercare di vincere le partite. Sappiamo tutti cos’è questo sport. È sempre bello quando un altro giocatore si congratula con te.“.
L’impressione è che per il tre volte semifinalista slam (Wimbledon 2007 e 2015, US Open 2013), ex numero 7 del mondo e vincitore di 16 titoli ATP, il tennis abbia sempre rappresentato una sorta di prolungamento della propria atavica sensibilità. Non solo tecnica, ça va sans dire. Tradotto in soldoni, Richard è uno degli ultimi romantici in un mondo in costante trasformazione. “Quasi mai vediamo un giocatore esordire a 15 anni e terminare la carriera a quasi 39“. Ha continuato Gasquet. “Ho visto molte generazioni. Ho iniziato con Agassi e sto finendo con Alcaraz. Ho quasi 40 anni. È una cosa enorme. Non molti giocatori hanno avuto o avranno questa opportunità“. Magique-Richard.