Carlos Alcaraz si è qualificato per le semifinali del Rolex Monte-Carlo Masters dopo aver sconfitto il francese Arthur Fils, in rimonta, con il punteggio di 4-6 7-5 6-3 dopo una battaglia di 2 ore e 24 minuti di gioco. Nel corso della conferenza stampa post-partita il campione spagnolo ha analizzato la sua prestazione e le chiavi della rimonta, parlando poi dell’importanza di alzare il livello del proprio gioco nei momenti dii difficoltà. Sabato, in semifinale, affronterà il compatriota e amico Alejandro Davidovich Fokina.
Domanda: “Sei riuscito a sopravvivere a una giornata complicata, che cosa ha fatto la differenza? Sei riuscito a spuntarla grazie all’esperienza?“
Alcaraz: “Sì, è stata una giornata molto dura. Non dirò che è stata una questione di un solo punto per perdere, ma nel secondo set ci è mancato poco.
Penso che il suo livello sia davvero alto. La potenza con cui colpisce la palla è incredibile. Fisicamente è uno dei giocatori più forti del circuito, senza dubbio tra i migliori.
Oggi penso di non aver giocato il mio miglior tennis, ma comunque un tennis di ottimo livello. In alcuni momenti ha commesso qualche errore nelle fasi iniziali dello scambio, e io ho cercato di approfittarne al massimo per guadagnare punti rapidi. Ho cercato di restare lì tutto il tempo, e credo di esserci riuscito bene. Sì, è stato uno dei match più difficili che abbia giocato quest’anno”.
Domanda: “Abbiamo la sensazione che per trovare il tuo miglior tennis tu debba essere messo in difficoltà. Quando sei in pericolo trovi sempre il modo di vincere i punti e giochi il miglior punto del match o del torneo. Non pensi sia un piano un po’ rischioso? È successo diverse volte, non si tratta forse di una tattica po’ pericolosa, soprattutto contro giocatori di altissimo livello?“
Alcaraz: “Sì, lo so, è vero. Credo che per la mia salute, e quella del mio team, sia importante iniziare a giocare bene un po’ prima (sorride). A volte il mio team e mio padre mi dicono che rischiano di avere attacchi di cuore, davvero.
Però, non so… penso che i veri campioni riescano a trovare il livello giusto quando serve. Ovviamente mi piacerebbe giocare ad altissimo livello dal primo all’ultimo punto, ma nel tennis si gioca per due ore, due ore e mezza. E mantenere il miglior tennis per tutto quel tempo rappresenta una delle cose più difficili da fare.
E’ fantastico riuscire a trovare il tennis migliore quando la palla scotta. Mii piacerebbe trovare la continuità giusta nell’arco di tutto l’incontro, anche se bisogna considerare che c’è anche l’avversario, un avversario che può giocare meglio di te, e bisogna accettarlo, correre, e lottare.
Credo comunque di aver disputato un buon secondo set. Ma nessuno dei due ha avuto occasioni fino alla volata finale, il che significa che stavamo difendendo entrambi molto bene i turni di battuta. Sì, penso che i veri campioni riescano a tirare fuori il meglio nei momenti difficili”
Domanda: “Sei ancora molto giovane, quasi 22 anni, ma hai già vissuto esperienze nei tornei più importanti che sono rare per tanti altri. Questa esperienza al torneo di Monte-Carlo – che finora non era mai stato davvero “casa tua” – come influisce sulla tua maturazione come persona e come giocatore?“
Alcaraz: “Ho iniziato la mia carriera molto presto, e questo significa che ho già avuto la fortuna di vivere molte situazioni da cui ho imparato cose nuove: finali di Masters 1000, Slam, partite dure che mi hanno insegnato come gestire certe situazioni.
Sì, sono ancora molto giovane, ma sento che devo continuare a fare esperienza per crescere, però ho la sensazione di sapere già come affrontare situazioni che altri giocatori magari ancora non conoscono.
Questa è solo la seconda volta che gioco qui a Monte-Carlo, e raggiungere la semifinale per la prima volta mi fa crescere come giocatore e come persona, vivendo nuove esperienze.
Ogni partita è diversa e bisogna sempre imparare qualcosa. Questo torneo è molto importante per continuare a crescere e per prendere fiducia nella stagione sulla terra battuta”
Domanda: “Ora in semifinale affronterai Alejandro Davidovich Fokina, che è un tuo buon amico. Che cosa ti piace di più di lui e che cosa ti aspetti domani?“
Alcaraz: “Sì, mi ha anche invitato al suo matrimonio. È un amico. Ci conosciamo da tanto tempo, anche perchè giocava con mio fratello maggiore quando erano piccoli. Lo conosco bene, ci ho giocato diverse volte, ci alleniamo spesso insieme.
Sarà interessante. Non è mai facile giocare contro un amico, ma questo è il tennis. Una volta in campo, non ci sono amici (sorride).
Bisogna dare tutto. Non c’è tempo per essere stanchi o avere paura. Cercherò di mostrare un buon tennis, e vedremo. È la mia prima semifinale qui a Monte-Carlo. Per lui credo sia la seconda o la terza.
So che è un torneo che ama, si trova molto bene a giocare qui. Sta giocando un ottimo tennis ultimamente. Penso sarà una partita davvero interessante da vedere e da giocare. Vedremo domani come andrà”
Domanda: “Ho notato che ci sono stati tanti dialoghi con il tuo coach durante il match. Hai bisogno di quei confronti per aggiustare il tuo gioco? Quanto ti serve il dialogo con Samuel in quei momenti?“
Alcaraz: “Sono una persona che ha bisogno di parlare, soprattutto con qualcuno di cui mi fido, nei momenti difficili.
La rabbia che ho dentro devo tirarla fuori in qualche modo, e non c’è modo migliore che parlarne con Samuel.
Lui ha una visione del match dall’esterno, che è sempre diversa, e può darmi consigli su cosa fare o su cosa mostrare all’avversario.
Quindi sì, ho bisogno di parlare con lui, con il mio team, per sfogarmi. Ovviamente a volte ho anche bisogno di consigli, perché non so bene cosa fare durante il match. Quel punto di vista esterno mi aiuta molto a esprimere un buon tennis e ad avere meno nervosismo”.