Lorenzo Musetti conquista una vittoria che ha il sapore della riscoperta, in primis di se stesso, condita da lampi di talento e una ritrovata vena da lottatore, che lui stesso non ha esitato a mettere al centro del racconto post-partita.
“Ha un sapore speciale – ha detto Musetti in conferenza stampa – non solo perché era il campione in carica, ma anche perché l’ho battuto per la prima volta. È stata una settimana magnifica, una delle migliori della mia carriera. Domani con Alex (De Minaur) non ci sono favoriti, lo sapremo solo quando ci stringeremo la mano a fine gara.”
Musetti ha avuto il merito di non lasciare mai che Tsitsipas si accomodasse nel suo gioco: “Sono stato bravo a non farlo giocare come voleva lui, ad evitare che colpisse nelle condizioni a lui più congeniali. Ho cercato di togliergli ritmo e le certezze.”
Ma non è solo tattica. È qualcosa di più profondo che ha acceso il motore del ventiduenne toscano. Una scintilla che non si vedeva da tempo. “Ho riscoperto una parte di me che ero abituato a non vedere – ha confessato – quella del guerriero, del lottatore. Sono ancora giovane, ma oggi sono sceso in campo con la voglia vera di andare a prendermi la partita. Anche rispetto alle semifinali olimpica e quella di Wimbledon, questa settimana ha avuto qualcosa di particolare. Sono storie diverse e a questa posso ancora aggiungere capitoli”.
Il match era cominciato con qualche incertezza: “L’inizio è stato difficile, ho fatto confusione tattica, gli ho permesso di fare quello che voleva. Poi ho dato una scossa alla partita, ho conquistato fiducia e ho iniziato a crederci. E questo è stato il tema centrale del match.”
La consapevolezza di poter reggere i momenti caldi è un altro dei tesori ritrovati da Musetti: “Ho annullato quattro palle break a Stefanos, e ci sono riuscito senza fare follie. Questo mi ha dato fiducia, anche perché avevo chiaro cosa fare. Persino se avessi perso quel game, sapevo che avrei avuto le armi per riprendermela.”
Un piccolo spavento, nel secondo set, quando Lorenzo ha chiamato il fisioterapista per un fastidio al tallone destro: “Dormite sereni, non ho nulla – ha rassicurato con un sorriso – ma quel fastidio mi ha un po’ destabilizzato. Non riuscivo più a seguire ciò che io e Simone (Tartarini) ci eravamo detti prima del match.”
E ora Alex De Minaur in semifinale. Un osso duro, ma su una superficie che pende dalla parte dell’azzurro: “La terra non è il suo habitat naturale, è il mio. Se avessi potuto scegliere dove affrontarlo, avrei scelto proprio questo campo. Alex ha acquisito solidità, è diventato molto costante, lo ha dimostrato in Australia. Possiamo darci fastidio a vicenda, dipenderà da chi oserà di più il proprio gioco.”
Prima di pensare al match, però, spazio al recupero e a un po’ di serenità: “Stasera torno a casa, ceno con mia moglie, una partita a Burraco e poi si va a dormire. La cosa più importante ora è recuperare energie.”