La brezza marina che accarezza il Centrale del Country Club sa di storia, ma anche di futuro. E oggi il futuro ha il volto di Carlos Alcaraz e Arthur Fils, pronti a riscrivere le gerarchie di un torneo che si conferma terreno di svolta per chi sa sognare in grande. Ma occhio anche a chi ha già lasciato un segno profondo. Stefanos Tsitsipas, per esempio, che nel Principato è di casa, e cerca la nona semifinale in un Masters 1000 su terra: roba da élite, roba da Nadal, Djokovic, Federer e pochi altri.
Tsitsipas, il Principe del Principato
Il greco, campione in carica, ha un conto aperto con la storia. Quinta presenza consecutiva nei quarti del Rolex Monte-Carlo Masters, 82 vittorie nei 1000 in questo decennio — nessuno ha fatto meglio — e un ruolino di marcia impeccabile contro Lorenzo Musetti: 5-0 nei precedenti. Una sentenza.
Eppure il carrarino, che qui gioca per la sua prima semifinale nel torneo monegasco, non è tipo da farsi intimorire. Dopo Sinner, Fognini e Gaudenzi, Musetti vuole essere il quarto italiano ad approdare fra i migliori quattro dal 1990 a oggi. Numeri alla mano, il suo rovescio è tra i migliori del lotto (8.17 di qualità, terzo assoluto), ma servirà qualcosa in più per scardinare l’efficacia del greco in attacco (27.4% di conversione in attacco, terzo del torneo).
Alcaraz contro Fils: gioventù a confronto
Altro che “next gen”, qui siamo già alla “now gen”. Carlos Alcaraz e Arthur Fils si sfidano nel quarto di finale più giovane dal 2008, quando un certo Novak Djokovic superava Sam Querrey. Il murciano è imbattuto contro avversari più giovani (5-0) e punta a raggiungere Sinner in cima alla classifica delle semifinali 1000 tra i nati dal 2000 in poi: 10 per Jannik, 9 per Carlos.
Fils, dal canto suo, è la grande rivelazione di questa edizione. Miglior qualità di rovescio (8.22) e primo per percentuale di punti vinti in attacco (29.1%): il ragazzo ha fame e i colpi per graffiare. Dopo aver steso Zverev a Miami, ora cerca la seconda vittoria contro un Top 3. Sarà dura, ma il palcoscenico è il suo.
De Minaur-Dimitrov: scontro di stili e generazioni
In un quarto di finale dai sapori contrastanti, Alex de Minaur — leader stagionale per vittorie (19) — affronta Grigor Dimitrov, maestro di eleganza e già semifinalista qui nel 2018 e 2022. L’australiano ha margini di crescita sulla terra (solo due semifinali in carriera), ma i numeri dicono che oggi può dire la sua anche su questa superficie: primo per qualità alla risposta (7.65) e secondo per rovescio (8.10).
Grigor, invece, guida il torneo per qualità al servizio (8.25) ma dovrà essere chirurgico nei momenti chiave: il suo “steal score“, cioè la capacità di ribaltare lo scambio da difensivo ad offensivo, è solo il quinto del lotto.
Davidovich-Popyrin: i campioni junior del 2017 si ritrovano
Una sfida che profuma di deja-vu. Alexei Popyrin, campione junior del Roland Garros 2017, contro Alejandro Davidovich Fokina, trionfatore a Wimbledon quello stesso anno. Il loro primo incrocio sul circuito maggiore arriva nel posto giusto: Monte-Carlo, dove lo spagnolo ha vissuto la sua prima finale ATP nel 2022.
Con un ranking da n.42, Davidovich può bissare l’edizione del 2022, marcando la seconda volta dal 2020 in cui un giocatore fuori dai 40 arriva tra gli ultimi 4 qui. Popyrin, dopo aver annullato due match point a Ruud, cerca la sua quinta semifinale ATP. Se dovesse farcela insieme a de Minaur, sarebbe una storica doppietta australiana: la prima in un Masters 1000 dopo Hewitt-Rafter nel 2001.