Anche se noi eravamo concentrati sul derby Musetti-Berrettini, che Musetti ha interpretato benissimo, e soprattutto con grandissima lucidità tattica, mentre Berrettini con 45 errori gratuiti ha giocato a fari spenti e senza mai accendere la luce fin dal primissimo game di battuta, par giusto ricordare che quella di ieri era la giornata degli ottavi di finale del Masters 1000 di Montecarlo.
Di otto duelli cinque si sono conclusi in un’ora e mezzo e due set, tre soli hanno richiesto il terzo set. E alla fine dall’alto in basso il tabellone dei quarti in programma oggi vede Musetti-Tsitsipas (0-5 i confronti diretti e il loro sarà il quarto match della giornata), Dimitrov-de Minaur (2-3 i diretti e il loro sarà il terzo), Davidovich Fokina-Popyrin (match inedito aprirà la mattinata), Fils-Alcaraz (altro match inedito nel duello più giovane fra il francesino e lo spagnolo). Insomma Spagna e Australia sono rappresentate da due tennisti, Italia, Grecia, Bulgaria e Francia da uno.
Sono scomparsi di scena i tennisti russi, con le sconfitte (tutto sommato piuttosto prevedibili dopo le recenti prestazioni) di Medvedev (ma 6-2,6-2 da de Minaur è stata batosta pesante…Daniil aveva faticato troppo per mandare a casa Khahanov e Muller, sembra non aver più la stamina d’un tempo, e nemmeno la garra, si arrende più facilmente) e di Rublev (5 games soli conquistati contro Fils sono davvero pochi per un ex vincitore di questo torneo).
Però qualcuno dei lettori di Ubitennis ha scritto un post simpatico, sostenendo che la scomparsa russa è vera solo in parte: Popyrin ha origini russe, idem Davidovich Fokina, e pure Tsitsipas ha sangue russo che gli scorre nelle vene. Il modo in cui hanno vinto Alcaraz (4 game concessi a Altmaier) e Tsitsipas (appena 2 a Borges) sembrerebbe indicare in loro due i grandi favoriti del torneo. Questo perché a de Minaur sembra sempre mancare qualcosina per vincere un grandissimo torneo e anche Dimitrov (costretto al terzo da Vacherot e da Tabilo) non mi sembra più… cavallo da Gran Premio.
Sono curioso di vedere come si comporterà Fils contro Alcaraz, ma lo spagnolo dopo l’orribile primo set con Cerundolo, ha poi perso 5 game nei restanti 4 set, uno con lo stesso Cerundolo fra secondo e terzo set, più 4 con Altmaier. Insomma il campione dell’ultimo Roland Garros mi pare essersi liberato dei suoi fantasmi, anzi …del fantasma Sinner visto che l’altro giorno aveva confessato in un momento di scoperta sincerità “La pressione che mi ha messo addosso la sua assenza con tutta la gente che pretendeva che io vincessi tutto…mi ha ucciso!”.
Resto quindi altrettanto curioso di vedere che cosa farà stasera, nel match che chiuderà la giornata – e mi auguro proprio egoisticamente che gli altri tre quarti di finale finiscano rapidamente – il nostro Musetti con Tsitsipas.
Ci sono quei cinque precedenti tutti favorevoli a Tsitsipas, l’ultimo dei quali a Roma 2023, che impongono prudenza, però Musetti ieri mi è piaciuto molto per la capacità tattica di annullare le migliori caratteristiche di Berrettini.
Ha quasi sempre risposto al servizio, sebbene Matteo non abbia poi servito una percentuale di prime così modesta -il 68% – e sulla scia di seconde palle più resistibili (15 punti fatti su 22) ha impostato i suoi palleggi con grande profondità, palle alte difficili da forzare e con continue variazioni di tagli e angoli, avendo in testa come riuscita priorità tattica quella di evitare i dritti a sventaglio di Berrettini.
Matteo ha giocato molto al di sotto delle proprie possibilità, non è mai entrato in partita, probabilmente turbato dall’aver perso subito il servizio nel suo primo turno di battuta. Non c’è abituato. Circostanza che si è ripetuta anche nel secondo set. Probabilmente ha sentito troppo la partita, era troppo carico ci aspettative. Ma questo non lo assolve. Avrebbe potuto essere la stessa cosa per Lorenzo. Che invece ha giocato con straordinaria determinazione e intelligenza. Lui se ne è reso conto, tanto che a fine match ha detto: “Questa è stata la mia miglior partita dell’anno”.
Tutti coloro che ad ogni sconfitta di Lorenzo finiscono per criticare il suo coach di sempre, Simone Tartarini – come se fosse lui a suggerire a Lorenzo di stare 3 metri dietro la riga di fondocampo – talvolta arrivando a invocarne impietosamente il defenestramento, oggi se fossero più obiettivi dovrebbero fargli invece tanto di cappello, perché la condotta tattica di Lorenzo è stata saggia, perfetta e Musetti ha infatti dichiarato: “Abbiamo messo in pratica tutto quel che avevamo programmato di fare”.
Non c’è dubbio che buona parte della cattiva prova di Matteo sia dipesa anche dall’ottima prova di Lorenzo. Accade spesso nel tennis, se non sempre. E non sempre, invece, anche la miglior scelta tattica è sufficiente per battere un avversario quando questi sia molto più forte.
Ieri c’era anche una condizione psicologica, forse influenzata dall’incoraggiante inizio, che ha fatto la differenza. Lorenzo, che era stato nervosissimo nel primo set e mezzo giocato contro Bu e nel primo set contro Lehecka, invece ieri è stato esemplarmente calmo per tutta la partita. E sì che dopo aver mancato nel secondo set 4 pallebreak per il doppio break del 3-0 – la prima delle quali dopo che un tiro di Berrettini ha scavalcato il net con un doppio piccolo rimbalzo sul filo d’acciaio – e poi un’altra per il 5-2, avrebbe avuto di che sclerare alla sua maniera…autolesionista. Invece è rimasto tranquillo, solido, concedendo a Matteo soltanto 4 punti in risposta in 4 turni di servizio. Vero che Matteo non era certo il miglior Matteo, ma se non è riuscito a conquistarsi neppure una pallabreak, avendo raggiunto una sola volta il 40 pari, è stato anche merito di Lorenzo.
Voglio quindi vedere che piano tattico il duo Tartarini-Musetti escogiterà per frenare Tsitsipas. Le cinque sconfitte patite in 5 duelli possono avere uno strascico solo, o soprattutto, se le cose dovessero mettersi male fin dall’inizio per il nostro carrarese.
L’intelligenza artificiale, ChatGPT, sostiene che il termine “carrarese” è quello corretto e ufficiale, utilizzato nei documenti formali e nei testi geografici o linguistici. Mentre in ambito più colloquiale o affettuoso, “carrarino” può talvolta essere usato, soprattutto localmente, ma non è il demònimo standard. Non si finisce mai di imparare, o di essere abbastanza intelligenti.
Parlando con Lorenzo quei pochi minuti concessici dall’ATP, in piedi in un angolo angusto al di fuori degli spogliatoi, fra un via vai di tennisti, di coach, di inservienti e un gran sbattere di porte sebbene a 10 metri di distanza ci fosse una sala conferenza completamente vuota, libera e disponibile (prima o poi le testate media si stuferanno di mandare i loro inviati a seguire i tornei ATP…Già qualcuno si è stufato, se è vero che non mi era mai successo in tanti anni di trovarmi a Montecarlo senza che fosse presente neppure un inviato della Gazzetta dello Sport, che pure credo sia media partner del torneo), ho avuto la netta impressione che Lorenzo fosse piuttosto fiducioso alla vigilia del match con il greco che pure ha vinto questo torneo ben tre volte.
“Vero che ci ho perso sempre, ma molte sono stati incontri equilibrati, combattuti. E poi forse lui ora non è lo stesso Tsitsipas di qualche anno fa…Studieremo bene come giocarci, lui si muove molto bene, anche lui come Matteo ha gran dritto e servizio, però sul lato del rovescio…”. E non ha voluto dire che Stefanos è vulnerabile quanto Matteo, ma nell’ascoltarlo la mia sensazione è stata proprio quella. Certe vittorie, e per il nome dell’avversario e per il punteggio netto, caricano chi le ha ottenute. Vincere aiuta a vincere.
Vedremo. Forse Lorenzo, come tanti del resto, gioca meglio i match quando non ha nulla da perdere. Quel che si è visto anche ieri, a proposito della sua così tante volte discussa posizione super arretrata, è che per fargli il punto bisogna proprio sfondarlo e non basta una martellata, o due e neppure tre. Sulla terra rossa per demolire le sue capacità di recupero nei giorni in cui Lorenzo è capace di star lì con la testa anziché a perdersi in parolacce, ce ne vuole. E ce ne vuole parecchio. Vedremo se Tsitsipas, che qui un anno fa contro Sinner in semifinale acciuffò una immeritata vittoria grazie a un clamoroso errore arbitrale _ che non si potrà ripetere, ora ci sono linee elettroniche a sostituire i giudici di linea…umani – riuscirà a non perdere la pazienza contro un Musetti deciso a render cara la pelle. Lorenzo ce la può fare, se parte con la giusta tigna. Forse in questi ultimi due anni è migliorato più lui che Tsitsipas.