Tra le strade del Principato di Monaco, quattro uomini inseguono un sogno, in una delle settimane più glamour ed esclusive dell’interno calendario ATP. Come già accaduto nelle due edizioni precedenti, avremo un azzurro protagonista nelle semifinali del Rolex Monte-Carlo Masters, dove Lorenzo Musetti – uscito indenne da un fantastico duello con Stefanos Tsitsipas – sfiderà (non prima delle 14.30) Alex De Minaur per un posto nella finalissima. Prima di loro, alle ore 13, scenderanno in campo Carlos Alcaraz e Alejandro Davidovich Fokina. Andiamo ad analizzare nel dettaglio i due incontri, partendo proprio dal derby spagnolo.
Alcaraz – Davidovich Fokina: tra estro e geometrie
Non è mai stato un rapporto idilliaco quello col Principato, per Carlitos Alcaraz. Il talento di Murcia, prima dell’edizione corrente, vantava un solo match giocato nel prestigioso Court Rainier III, nel 2022, quando perse all’esordio in un deludente incontro con Sebastian Korda. Negli anni successivi, due infortuni nello stesso periodo hanno costretto lo spagnolo a rimanere mero spettatore del torneo, registrando la prima vittoria soltanto nel 2025, con Francisco Cerundolo. Chi invece in terra monegasca ha già detto la sua è il connazionale Davidovich Fokina, il quale, tre edizioni fa (2022), raggiunse la finale grazie a uno splendido cammino nel quale sconfisse avversari del calibro di Djokovic, Goffin, Fritz e Dimitrov, arrendendosi nell’ultimo atto contro Stefanos Tsitsipas. Il murciano ha impiegato un set per rodare il suo gioco sulla lenta terra del Rolex Monte-Carlo Masters, e dopo la faticosa partenza con l’argentino Cerundolo, ha iniziato a divertirsi a modo suo, sulla superficie che più lo galvanizza in assoluto, dove culminano le sue giocate da fenomeno. Anche Fokina danza con armonia sull’argilla monegasca, e il suo tennis ha piegato persino lo smagliante Jack Draper, che su un campo così lento ha pagato dazio nei confronti del nativo di Malaga.
In semifinale, Alcaraz è chiamato a involarsi verso l’atto decisivo, ma dare per scontata la resa di Fokina sarebbe un errore madornale. Mentre l’ex numero uno del mondo ha mostrato picchi altissimi ma anche un buona dose di discontinuità – specialmente nel match contro lo scatenato Fils – il connazionale fa della costanza la sua arma vincente, mettendo in atto solide geometrie ed efficaci tattiche di gioco, che hanno steso un osso durissimo come Jack Draper, protagonista assoluto negli ultimi mesi. Carlitos ha già patito la buona regolarità di Cerundolo ed Altmaier, e contro Fokina – perfettamente a suo agio in questa settimana – potrebbe subire, in egual misura, la strategia del finalista 2022.
Musetti – De Minaur: i sogni prendono forma, ma occhio al maratoneta aussie
Mentre osservavamo il primo incontro del torneo di Lorenzo Musetti, contro il tennista cinese Bu, a qualcuno è tornato in mente l’esordio a Wimbledon ’24, dove l’azzurro soffrì maledettamente con Constant Lestienne, poi sconfitto in quattro set. Sia a Wimbledon che a Montecarlo l’approccio iniziale è stato più che faticoso per il tennista carrarino, che ha annusato da vicino l’odore della sconfitta, contro due avversari parecchio lontani da lui, sia in classifica che a livello tecnico. Superate le avversità, però, Musetti pare poi tornare in sé scrollandosi di dosso tutta la tensione e giocando il suo miglior tennis già dal turno successivo, raggiungendo – a Church Road e a Montecarlo – proprio la semifinale. Dopo questa simpatica coincidenza, è tempo di parlare dello scontro con Alex De Minaur, nonché il primo australiano a raggiungere le semifinali del Rolex Monte-Carlo Masters dai tempi di John Alexander, nel 1979. L’illusionista di Carrara, adesso, non si pone limiti. Sconfitto il “Principe di Montecarlo” – Stefanos Tsitsipas – ha tutte le carte in regola per giocare ad armi pari col velocipede aussie, spintosi in semifinale lasciando praticamente le briciole agli avversari.
Il cuore di Lorenzo va oltre l’ostacolo, il duello sulla terra battuta è ciò che gli riesce meglio, e sul Court Rainier III, nel 2022, piegò in tre set un tale Novak Djokovic. Contro Lehecka, al secondo turno, è arrivata una reazione importante, un segnale di crescita, e nel gioco e nell’aspetto mentale. Il dialogo con Tartarini è costante e i microfoni posizionati all’interno del box azzurro lo testimoniano. Ricerca della soluzione immediata, variazioni al servizio, atteggiamento positivo e propositivo. Con il greco, Musetti ha ribaltato un incontro che sembrava già compromesso al termine del primo parziale – complice un fastidio al tallone – e in semifinale, Lorenzo dovrà spegnere le emozioni che lo assaliranno, a pochi passi da una finale storica che lo proietterebbe nell’Olimpo dei più grandi. E ad un passo dalla top 10.