Finale appassionante, purtroppo pesantemente ostacolata dal maltempo, al Challenger 100 di Madrid (terra battuta) dove il polacco Kamil Majchrzak ha battuto Marin Cilic col punteggio di 6-3 4-6 6-4, festeggiando la sua ottava vittoria di categoria. Maprima di raccontaredella finale è necessario fare un passo indietro e parlare delle due splendide semifinali del giorno prima che hanno sicuramente fatto divertire il pubblico, in realtà non troppo numeroso, che ha avuto la fortuna di trovarsi sugli spalti del ‘Club de Campo Villa de Madrid’. Nella prima un recuperato Marin Cilic aveva avuto la meglio in rimonta su uno dei tennisti più caldi del circuito, quel Valentin Royer che negli ultimi mesi ha scalato prepotentemente le classifiche (al n.116 con un record stagionale di 26/9). Il punteggio 3-6 7-5 7-6(7) dice molto sull’incertezza di una partita che inizialmente sembrava aver preso la strada del francese. Che infatti, dopo aver vinto il primo set, nel secondo parziale recuperava da 1-4 fino a giocarsi tutto nel tie-break decisivo dove sul 6-5 aveva avuto anche un match point. Cilic però lo annullava con un ace per poi chiudere alla seconda occasione utile con un bel diritto che costringeva l’avversario all’errore. Non meno combattuta la seconda semifinale che il polacco Kamil Majchrzak (n.102), autore dell’eliminazione di Carreno Busta nei quarti, portava a casa contro lo slovacco Norbert Gombos (n.398) dopo due ore e mezza di lotta col punteggio di 7-6(2) 3-6 7-6(1). Per la finale il pubblico è finalmente accorso numeroso per gustarsi un match che si preannunciava molto incerto. E così è stato con il polacco che si aggiudica il primo set e Cilic che nel secondo parziale riporta il punteggio in parità. Nel set decisivo, sul 3-2 per il croato e senza break, arriva la sospensione per pioggia. Una lunghissima sospensione di ben tre ore che risulterà fatale al giocatore più anziano che si accorgerà ben presto di aver lasciato il suo bel gioco negli spogliatoi. Break pressoché immediato e rapida chiusura a favore del 29enne polacco che in questo modo conquista il suo ottavo successo a livello Challenger e rientra in top 100, per la precisione al n.91, a soli 16 posti dal suo best ranking risalente a tre anni fa.
Siamo contenti per il vincitore ma francamente dispiaciuti per Marin Cilic che negli ultimi anni ha collezionato una serie di problemi fisici che la metà basterebbe. Quando nel gennaio 2023 il suo menisco fece crack, proprio prima del quarto di finale nell’ATP 250 di Pune, il nativo di Medjugorje non sapeva che per lui stesse iniziando un’autentica traversata del deserto, complicata da un’età non più verdissima (a settembre saranno 37). Un solo match giocato nel resto dell’anno (perso col nostro Cobolli), fino a che nel febbraio 2024, dopo aver perso i primi quattro incontri della stagione, il croato si ritrovò fuori dalla top 1000, una beffa per lui che nel 2018 era stato n.3. Infatti, risolto il problema del menisco, si era presentato quello alla cartilagine che lo costrinse ad un secondo intervento chirurgico e ad altri sei mesi di stop. E da lì, con grande umiltà, Cilic accettò di scendere di livello pur di riprendere confidenza col campo.
Scelta premiata dalle vittorie all’ATP 250 di Hangzhou in settembre e al Challenger di Girona, un paio di settimane fa. Marin lucidissimo spiegava così la sua situazione: “Ho dovuto rendermi conto che non ero più il n.3 e nemmeno un top 100 e che la mia risalita sarebbe inevitabilmente passata attraverso lo scontro con giovani atleti (‘young guns’ li chiama, ndr). In questo percorso la vittoria di Girona ha rappresentato una tappa fondamentale, stabilendo con 18 anni il record del più lungo intervallo di tempo rispetto alla precedente vittoria in un torneo cadetto (maggio 2007 a Rijeka), battendo di un anno Andy Murray che aveva fissato l’asticella a 17 anni. In ogni caso anche a Madrid il ‘ragazzo’ si è dimostrato molto tonico e il rientro in top 100 dovrebbe essere solo questione di tempo. Gli mancano appena undici posti in graduatoria…per poi dare l’assalto, perché no, ad un ultimo titolo ATP.