C’è un momento in cui lo sport smette di essere racconto quotidiano di sudore e risultati per diventare storia condivisa, memoria viva e, sì, anche un po’ celebrazione. Questo momento, per Rafael Nadal, è arrivato lunedì sera, quando il Palazzo di Cibeles di Madrid ha aperto le sue maestose porte ai Laureus World Sports Awards 2025, una delle cerimonie più prestigiose e iconiche del panorama sportivo mondiale.
Laureus Awards: gli Oscar dello sport
I Laureus Awards sono l’equivalente sportivo degli Oscar del cinema. Nati nel 2000, premiano ogni anno i migliori atleti del mondo in diverse categorie, dal miglior sportivo dell’anno al team dell’anno, passando per il ritorno dell’anno e, come nel caso di Nadal, i premi alla carriera. La serata di gala non è solo un momento per applaudire i trionfi dell’anno passato, ma anche per sostenere le attività benefiche della Laureus Sport for Good Foundation, che dal 2000 ha aiutato milioni di giovani in tutto il mondo usando lo sport come motore di inclusione e cambiamento. I grandi vincitori dell’edizione del 2025 sono: Armand Duplantis, Simone Biles, il Real Madrid, Lamine Yamal e Rebeca Andrade.
Alla quarta nomination, “Mondo” Duplantis, il più grande saltatore con l’asta di tutti i tempi, è riuscito a conquistare il Laureus Award nella categoria “Sportivo dell’anno”. Limitatamente alla sola atletica leggera, Duplantis è il secondo sportivo a conquistare un Laureus nella categoria più ambita: prima di lui c’era riuscito solo Usain Bolt, che ha iscritto il suo nome nell’albo d’oro per ben quattro volte. Il campione svedese ha ricevuto il premio dalle mani di Novak Djokovic, vincitore lo scorso anno.
Nadal, l’icona che non ha bisogno di racchetta
Il momento più emozionante della serata è arrivato quando è stato consegnato a Rafael Nadal il premio “Sporting Icon”, un riconoscimento alla carriera e all’impatto globale avuto fuori e dentro al campo. L’applauso è stato lunghissimo, la standing ovation scontata, il volto di Rafa sincero come sempre. “Non sento la mancanza del tennis, zero. Ho smesso quando non potevo più godermelo. È stata la decisione giusta”, ha detto con la consueta serenità ai microfoni, dopo aver abbracciato un emozionato Carlos Alcaraz, presente tra i candidati al premio “Sportsman of the Year”.
Il maiorchino ha poi consegnato il premio al Real Madrid come “Team of the Year”, sigillando con quel gesto il suo legame viscerale con lo sport spagnolo, oltre che con il calcio e i valori di appartenenza che lo hanno sempre distinto.
Ma non è finita qui. Nadal ha colto l’occasione per parlare con orgoglio della sua fondazione: “Abbiamo aiutato più di mille famiglie. Lavoriamo sull’educazione, la solidarietà e il rispetto. È questo il mio modo di restituire qualcosa allo sport che mi ha dato tutto”.
Il tennis (e Nadal) sul tappeto rosso
A rubare la scena insieme a Nadal c’era un cast di stelle da Slam. Molti di loro già presenti nella capitale spagnola per il Mutua Madrid Open, che prende il via proprio in questi giorni. Il red carpet ha visto sfilare i migliori interpreti del nostro sport: Carlos Alcaraz elegantissimo, un po’ timido ma ormai abituato a queste ribalte; Novak Djokovic, impeccabile e sorridente, protagonista, come detto, della premiazione a Armand Duplantis; Stefanos Tsitsipas con la consueta allure da divo greco, mano nella mano con Paula Badosa, sono stati di sicuro la coppia più glamour della serata. E ancora, Garbiñe Muguruza, che dopo il ritiro ha portato la sua classe fuori dal campo; Belinda Bencic, Aryna Sabalenka, Boris Becker in gran forma, e l’intramontabile Mansour Bahrami, a ricordarci che il tennis è anche spettacolo, sorriso e poesia con la racchetta.
Un cast da favola che ha restituito al tennis la sua centralità in una serata multisport, ma che per una volta ha parlato con accento spagnolo. Quello che resta infatti, tra luci, flash e standing ovation, è l’immagine di Rafael Nadal che alza il suo ennesimo trofeo. Non una coppa di Roland Garros, non una medaglia olimpica. Ma qualcosa che forse conta ancora di più: il riconoscimento di essere entrato nel mito, come icona universale dello sport.
Madrid ha celebrato il suo figlio prediletto e abbiamo avuto la certezza che no, Rafa non è mai uscito di scena. Ha solo cambiato palco.