Joao Fonseca è la stella del tennis sudamericano che sta brillando nel firmamento del circuito ATP. Il giovane brasiliano nel 2024 si è laureato campione delle Next Gen ATP Finals presented by PIF. Una crescita che sembra non arrestarsi. All’Australian Open ha sconfitto il russo Andrey Rublev, per poi conquistare il suo primo titolo ATP sulla terra rossa di Buenos Aires, il tutto senza dimenticare il titolo al Challenger 175 di Phoenix.
Le prestazioni di Fonseca non sono passate inosservate agli appassionati di tennis con milioni di fan in giro per il mondo che lo hanno supportato, basti pensare alla folla che lo ha supportato nella sua Rio o in quel di Miami. Il diciottenne brasiliano non colpisce solo per quanto fatto sul campo ma anche per l’aspetto umano. A sottolinearlo in un’intervista al sito dell’ATP è il suo connazionale ed esperto doppista Marcelo Melo.
Il brasiliano Melo ha conquistato uno dei titoli più importanti della sua carriera a febbraio al Rio Open presentato da Claro, proprio perché conquistato davanti al pubblico amico, facendo coppia con il connazionale Rafael Matos per la conquista del trofeo dell’ATP 500 di casa.
In tribuna, insieme ai fan presenti allo stadio, per supportare i due connazionali nei match di semifinale e finale vi era anche Joao Fonseca, questo nonostante il giovane brasiliano avesse perso all’esordio contro il futuro finalista Alexandre Muller. “Questo dice molto sul tipo di persona che è Joao.” Dichiara Marcelo Melo. “Di solito i giocatori non vogliono tornare in campo dopo essere stati eliminati dal torneo. Si passa subito al torneo successivo, ma lui è tornato per sostenerci in semifinale e in finale, e questo la dice lunga sul suo carattere, su come cerca di sostenere gli altri giocatori, i suoi amici”.
“Mi è sembrato molto carino da parte sua” ha aggiunto Melo. “Naturalmente non gli abbiamo chiesto di venire, perché conosciamo quanto la situazione potesse diventare un incubo per lui con tutta le questioni legate alla sicurezza, ma ha fatto in modo di esserci ed è stato molto bello”.
Fonseca non è stato un mero osservatore, ma dal suo posto è stato lì pronto ad incoraggiare i connazionali. “La sua è stata una reazione istintiva” ha continuato il quarantunenne brasiliano. “Ho ricevuto tanti messaggi con il video della sua reazione. Ero felice. Gli ho detto che ero molto contento che fosse venuto a vederci. Ha fatto davvero la differenza”.
Il divario in termini di età tra Fonseca e Melo è molto ampio. Quando Fonseca venne al mondo, nel 2006, Melo era già da anni nel circuito, considerando che ha iniziato la sua carriera da pro nel 1998. I due, però, sono riusciti a condividere l’avventura della Davis insieme, sia a Bologna lo scorso anno, che nei Qualifiers dell’edizione 2025. “A volte penso che la differenza di età non sia importante perché facciamo le stesse cose. Giochiamo gli stessi tornei. Abbiamo lo stesso lavoro e condividiamo le esperienze“
Melo sottolinea come nonostante la giovane età Fonseca sia una persona pronta ad ascoltare gli altri: “Sono nel circuito da tantissimi anni, posso condividere molte esperienze e lui è lì, con la mente aperto, pronto a imparare, a chiedere informazioni, ma non è questo quello conta. Anche io posso imparare da lui. Penso sempre che si possa imparare l’uno dall’altro. Non importa chi sei, né la classifica che hai”.
Parlando delle prestazioni in campo Melo non nasconde di essere rimasto impressionato: “Tutti sanno quanto può essere bravo. Ha vinto partite molto difficili come contro Andrey quest’anno in Australia. Non c’è nessuno che arriva e batte uno come Andrey negli Slam. Spero che possa realizzare il suo sogno. Mi piace anche molto il modo in cui stanno facendo le cose intorno a lui. Ho conosciuto molto meglio il suo team. I ragazzi sono fantastici, il modo in cui pensano, il modo in cui impostano la squadra per muoversi passo dopo passo, ma mettendo giù delle solide fondamenta. Questo tipo di percorso sarà molto positivo anche per lui. Penso che sia sulla strada giusta”.
Nel trovare un giocatore con le caratteristiche simile, Melo vede delle somiglianze con Carlos Alcaraz. “Preferisce prendere il controllo del gioco e della partita, che vinca o meno. Non aspetta l’avversario, magari che commetta un errore. Questa è una qualità con cui si nasce. Credo che anche Alcaraz abbia questa caratteristica. Solo un paio di Top-10 hanno questa caratteristica. Il tennis è imprevedibile, non si può sapere, ma di sicuro, se continua così, è sulla strada giusta. Penso che abbia un futuro brillante davanti a sé”.