Quarta giornata di gara alla Caja Magica per il tabellone maschile del Mutua Madrid Open 2025. Il menù odierno, versione Masters 1000, presenta ben 16 incontri di secondo turno, precisamente quelli della parta bassa del tabellone che alla conclusione del programma permetteranno al main-draw di allinearsi al terzo turno del torneo. Passiamo dunque in rassegna il modo in cui si sono sviluppate le prime sfide del sabato mattina, ossia quelle che si sono disputate all’inizio della sessione diurna.
[29] D. Shapovalov b. K. Nishikori 6-1 6-4 (a cura di Cipriano Colonna)
Nel duello che ha aperto il Court 4 dell’impianto iberico, ci si attendeva molta più lotta di quella che invece la sfida ha presentato. Una bella prova di Denis Shapovalov, reduce dal ritiro a Monaco di Baviera contro il classe 2008 Dedura-Palomero con l’esultanza un po’ troppo esagitata della giovane wild-card tedesca a fine match, manda il mancino nato in Israele per la terza volta nella sua carriera al terzo turno di Madrid. Sconfitto nettamente il veterano Kei Nishikori con lo score di 6-1 6-4 in poco più di un’ora di gioco. Il match era particolarmente interessante anche perché si affrontavano due ex semifinalisti del torneo. Il trentacinquenne asiatico lo è stato per ben due volte, peraltro in back-to-back: nel biennio 2015-2016 perdendo sempre con il futuro vincitore del ‘Mille’ spagnolo, dapprima con Murray e l’anno successivo con Djokovic. Parlando invece di Shapo, il classe ’99 canadese si è spinto sino al penultimo atto dell’evento sette stagioni orsono, nel 2018 e anche in questo caso a sbarrargli la strada fu il campione di quell’edizione Sascha Zverev. In carriera si erano già si trovati uno contro l’altro in tre circostanze: la più recente nel 2024 ad Hong Kong con successo del nipponico che sarebbe poi tornato a disputare una finale nel circuito ATP a 6 anni di distanza dall’ultima volta. Adesso, perciò, il computo degli scontri diretti torna ad essere pari. Al prossimo turno per Shapovalov ci sarà De Minaur, che ha battuto Lorenzo Sonego.
Il Match
Senza storia la prima frazione con il dominio incontrastato del canadese. Il mancino nordamericano si spiana la strada portandosi subito sul 3-0 “leggero“. Nel sesto game, poi, arriva anche il doppio break che poco dopo si trasforma nel 6-1 conclusivo in appena 25 minuti di gioco. 4 aces in altrettanti turni di servizio per Shapo, con il 73% di punti vinti con la prima e il 75% con la seconda, oltre ai 9 vincenti messi a segno a fronte degli 8 gratuiti nipponici. Molto più equilibrato si rivela invece il secondo atto della sfida, tuttavia il risultato finale non cambia: è ancora Denis ad imporsi per 6-4 in 40 minuti. Servizi che rendono migliore giustizia alla loro fama di fattori determinanti sul rosso dell’altura spagnola: solamente tre giochi sui 10 totali del set portano in dote palle break. Ne manca tre, di cui le prime due consecutive, proprio Shapovalov sul 2-2, nel settimo game però quando la situazione si ripropone alla prima opportunità il nativo di Tel Aviv non perdona: allungo che presto viene confermato per la fuga definitiva sul 5-3. L’unico vero sussulto di fatica dell’intero match, la testa di serie n°29 deve affrontarlo nel momento in cui si appresta a servire per chiudere i conti: nel decimo gioco, difatti, d’esperienza il giapponese si procura la prima palla break della sua per provare quantomeno a dare un senso al suo match. Ma la versione odierna del semifinalista di Wimbledon 2021 non è foriera di regali: il ventiseienne canadese vince tre punti in fila e sigilla il suo passaggio ai sedicesimi.
D. Dzumhur b. [32] S. Baez 1-6 6-1 6-2 (a cura di Cipriano Colonna)
Eccezionale ribaltone, che ha dell’incredibile, di Damir Dzumhur che dà il via al programma sul Campo 5 regalando agli spettatori una stratosferica rimonta, non tanto per l’andamento del match con 3 set tutti molti netti quanto più per la sostanza del risultato. Battere 1-6 6-1 6-2 in 1h40‘ un terraiolo puro come Sebastian Baez, in carriera capace di giocare 11 finali sul rosso con 7 titoli conquistati tra cui 2 ‘500’ e di cui uno – sempre a Rio – proprio in questa stagione, la dice lunga sullo stato di forma del bosniaco. Il quale quando vede accendersi il suo animo da guerriero, e in questo senso hanno aiutato eccome le scaramucce con Bellucci al turno precedente, diventa pericolosissimo. Ora aspetta Matteo Arnaldi, che ha superato Novak Djokovic.
Il Match
Decisamente a senso unico anche il parziale d’apertura dell’altro incontro che ha inaugurato il programma del sabato madrileno: il ventiquattrenne di Buenos Aires ha un avvio folgorante triturando letteralmente il suo avversario. In pochissimi minuti, Sebastian vola avanti nel punteggio con un rotondo – ed inequivocabile – 5-0 con due turni di battuta strappati al bosniaco. In realtà, un piccolissimo sussulto il trentaduenne di Sarajevo lo aveva anche mostrato pur subendo sin dai primissimi punti l’eccezionale vena albiceleste: già sotto di un break (2-0), infatti in qualche modo era riuscito a costruirsi la palla del contro-break. Sfumata tale opportunità, di fatto il set è andato agli archivi. Damir ha quantomeno tolto lo zero dalla casella “games vinti” ma la sostanza è rimasta la medesima: frazione con un solo padrone, 6-1 Baez in 25 minuti di no-contest. Grande resa della seconda argentina, in grado finora di raccogliere il 100% dei punti (6/6) ma anche ottimo apporto della prima: per il 71% dei casi in campo e il 73% delle volte trasformata in quindici posti in cascina. 4 i winners sudamericani, quasi il triplo i non forzati rivali (11) con addirittura 0 soluzioni vincenti. A questo punto, tutti attendevano una rapida conclusione dell’incontro con Seba a gestire tranquillamente le operazioni. E invece, ecco che va in scena quello che non ti aspetti. Clamorosa reazione del n. 63 ATP che restituisce il perentorio grissino subito nella prima frazione. Tra l’altro, pareggia il punteggio con un altro 6-1 dall’excursus identico a quello che aveva premiato l’argentino. Dzumhur viaggia spedito senza alcuna opposizione sul 5-0. In verità, il trentaduenne di Sarajevo avrebbe potuto infliggere all’avversario più quotato una punizione per certi versi anche superiore di quella da lui ricevuta. Questo perché, Damir si costruisce una chance di break (che nel caso specifico era un set point) anche nel sesto game, il ché avrebbe voluto dire terzo break e set chiuso in anticipo. Baez riesce ad evitare il cappotto completo, ma sta di fatto che un nuovo 6-1 (33 minuti) è realtà. Si va al terzo dopo 58 minuti di match.
Quando si entra in lotta, quando la partita si sporca, quando il clima comincia ad essere quello del saloon, il bosniaco entra nel suo habitat naturale. E’ il prototipo del tennista che, giustamente, non possedendo né mezzi atletici né tecnici così sopra la media, deve far valere le proprie qualità caratteriali, la propria autostima e soprattutto la propria abilità a sfruttare tutto ciò che il regolamento consente per irretire il rivale di turno. Così, come già dimostrato contro Bellucci nel match vittorioso al secondo turno, l’ex n. 23 del mondo quando la sfida non è più solo un confronto tennistico ma diviene una battaglia emotiva innalza di parecchio il proprio valore. Si spiega in questo modo, la seconda rullata inflitta consecutivamente ad un cagnaccio da rosso come Baez: 6-2 in 42 minuti a sigillare una fenomenale rimonta. Il bosniaco parte nuovamente a razzo, ma questa volta il secondo gioco porta con sé qualche insidia: prima di confermare il break a freddo, deve frantumare la bellezza di cinque possibilità del contro-break immediato. Ormai devastato psicologicamente, perfino dalle innumerevoli chances mancate, il classe 2001 cede il servizio per la quarta volta negli ultimi cinque turni. In questa circostanza, però, non sopraggiunge il 4-0: il sudamericano ha un sussulto d’orgoglio e accorcia il distacco. Ciononostante, la frazione è oramai segnata: il doppio break viene ripristinato da Dzumhur sul 4-2 prima di completare l’opera due games più tardi. Continua la favola bosniaca, si è regalato il terzo atto madrileno con Arnaldi nonostante 5 doppi falli, appena il 48% complessivo di punti vinti sulla seconda e ben 23 gratuiti (14 i vincenti, mentre recita -16 il differenziale argentino con 35 unforced).
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