A. De Minaur b. D. Shapovalov 6-3 7-6(4)
Make that 5️⃣ straight wins for @alexdeminaur!
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He takes out Shapovalov 6-3 7-6 & remains unbeaten in their head-to-head.#MMOpen pic.twitter.com/LetbrF1Krn
Un’ora e ventinove minuti di partita, con il punteggio di 6-3 7-6(4) e la sensazione che Alex De Minaur sia sempre rimasto al posto di comando durante tutto il match con Denis Shapovalov, che ha provato a rientrare nel secondo set, ma il muro australiano ha retto senza sbavature. Nessuna palla break concessa da entrambi nel secondo set, deciso da un tie-break in cui De Minaur ha fatto valere quella che oggi è stata la differenza vera: la capacità di leggere i momenti importanti. Vince l’australiano con il punteggio di 6-3 7-6(4).
Il primo set, chiuso 6-3 da De Minaur, è filato via liscio grazie a un break centrato a metà frazione, frutto della classica pressione continua dell’australiano, che non regala nulla e ti obbliga sempre a giocare un colpo in più. Shapovalov, partito come spesso capita sulle montagne russe, ha alternato colpi da highlights a gratuiti in serie, senza mai dare l’impressione di poter girare l’inerzia.
Nel secondo set il canadese ha alzato i giri del motore, soprattutto al servizio. Meno errori, più profondità, più coraggio anche nel cercare la rete e nel forzare con il rovescio lungolinea, il suo marchio di fabbrica. Ma dall’altra parte della rete c’era un De Minaur in versione deluxe, ritmato, centrato, instancabile. Ogni scambio era un test di sopravvivenza, ogni quindici un piccolo assedio da cui il canadese doveva cercare una via di fuga. Il punteggio è avanzato senza scossoni fino al 6-6, con entrambi impeccabili alla battuta.
Nel tie-break, si è visto tennis spettacolo: discese a rete, stop volley, dritti lungolinea, rovesci stretti ad incrociare. Ma è stato ancora una volta De Minaur a mettere insieme la sintesi perfetta del suo tennis vincente, colpendo con lucidità sulla diagonale favorevole – il suo dritto contro il rovescio mancino di Shapovalov – e chiudendo 7 punti a 4 con la sicurezza di chi sa esattamente cosa deve fare per vincere.
Solido, continuo, brillante nei momenti chiave: De Minaur approda agli ottavi dove troverà il vincente della sfida tra Lorenzo Musetti e Stefanos Tsitsipas.
G. Diallo b. C.Norrie 2-6 6-4 6-4
The dream run continues 🙌
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Lucky loser Gabriel Diallo rallies for a 2-6 6-4 6-4 comeback over Norrie & his first fourth-round at a Masters 1000 event!#MMOpen pic.twitter.com/POSc8JCxpL
Dal tabellone delle qualificazioni agli ottavi del Masters 1000 di Madrid: la favola di Gabriel Diallo si arricchisce di un altro capitolo. Il canadese classe 2001, entrato in tabellone come lucky loser, ha superato Cameron Norrie al terzo turno con il punteggio di 2-6 6-4 6-4, conquistando la vittoria più importante della sua carriera. Un match altalenante, pieno di errori ma anche di coraggio, che certifica la crescita del 22enne di Montréal.
Il primo set è tutto di marca britannica. Norrie parte con il pilota automatico inserito, solidissimo in risposta e chirurgico nel punire ogni esitazione dell’avversario. Diallo prova a forzare, ma i numeri sono impietosi: ben 17 errori non forzati nel primo parziale, che si chiude in favore del mancino di Johannesburg per 6-2. Nel cuore del set entrambi i giocatori si salvano in due game fotocopia, annullando tre palle break a testa, ma è Norrie ad approfittare per primo degli spazi concessi, sfruttando il primo set point con un gratuito di rovescio di Diallo.
Il secondo set si apre con maggiore equilibrio. I servizi tengono fino al settimo game, quando Diallo cambia passo e si prende le prime chance reali del set. Alla prima occasione utile arriva il break (4-3), e da lì in poi il canadese non si volta più indietro. Tiene il servizio nel game successivo e, forte di un atteggiamento sempre più intraprendente, chiude il parziale sul 6-4 in 55 minuti. I vincenti iniziano ad arrivare con maggiore continuità: saranno 38 alla fine del match, un dato che compensa i 51 errori non forzati.
Il terzo set è la naturale prosecuzione del secondo. Diallo, ormai galvanizzato, continua a giocare con spensieratezza e intensità. Anche in questo caso è il settimo game a decidere: Norrie concede qualcosa, il canadese ne approfitta e strappa il servizio che si rivelerà decisivo. L’ultimo game è l’ultimo ostacolo da superare, con Norrie che risale fino al 30 pari, ma senza riuscire a completare la rimonta. Un errore in risposta regala a Diallo il game, il set e la partita: 6-4 il punteggio finale, con il canadese che può alzare le braccia al cielo dopo 2 ore e 31 minuti di battaglia.
J.Mensik b. A. Bublik 6-3 6-2
"He's so good" 😂@mensik_jakub_ powers past Bublik in an entertaining 6-3 6-2 match.#MMOpen pic.twitter.com/sudvAS1JAd
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Il ragazzo non smette di sorprendere. Jakub Mensik continua la sua corsa da favola all’ATP Masters 1000 di Madrid, eliminando in due set netti il numero 18 del mondo Alexander Bublik con il punteggio di 6-3 6-2 in appena un’ora e sei minuti di gioco. Una prestazione matura, lucida e concreta quella del diciottenne ceco, che conferma il suo status di talento in rampa di lancio sul circuito maggiore. Mensik, che già si è fatto notare per il suo tennis solido e maturo in questo inizio di stagione culminato con la vittoria a Miami, ha disputato un match esemplare nella gestione del servizio: 81% di punti vinti con la prima, nessuna palla break concessa, e una regolarità disarmante. Ma soprattutto ha sfruttato ogni minima crepa nel gioco spettacolare ma sempre instabile di Bublik, apparso nervoso e disconnesso fin dai primi scambi.
Il primo set si è deciso in un lampo: break del ceco nell’ottavo gioco, tenuta senza affanni nei propri turni di servizio, e primo parziale archiviato in 26 minuti. Il kazako, che come al solito alternava genialate a sventagliate senza senso, ha collezionato 8 errori non forzati e soli 2 ace, una rarità per i suoi standard.
Nel secondo set la musica non è cambiata. Mensik ha continuato a martellare con il dritto, a variare con intelligenza, mentre Bublik si è incartato tra serve and volley azzardati e smorzate disperate. Altri due break, nel terzo e settimo game, spalancano le porte della vittoria al ceco, che ora si candida nuovamente a sorpresa del torneo. Anche se forse definirla così, visto ciò che è stato, risulterebbe pleonastico.