Da Madrid, il nostro inviato
Non è stata una campagna sulla terra da ricordare per Stefanos Tsitsipas quella del 2025. Dopo le sconfitte ai quarti a Montecarlo e Barcellona, al Mutua Madrid Open si è fermato addirittura al terzo turno, dopo la sconfitta all’esordio nel 2024. Un match dove aveva anche iniziato bene, ma in cui poi alla lunga è stato costretto a soccombere a un fantastico Lorenzo Musetti, che ha concesso il bis di quanto accaduto a Montecarlo. Ma la reazione del greco testimonia che il problema è davvero profondo.
“Musetti ha giocato un tennis migliore, semplicemente“, spiega l’ex n.3 al mondo, “non sono riuscito a stargli dietro, ha giocato in maniera più potente, con più topspin. E ha difeso meglio di me. Ha trovato con frequenza gli angoli del campo, e io ero preoccupato durante l’incontro perché ero consapevole che non sarei riuscito a fare lo stesso. Ed è qualcosa a cui non sono abituato. Di solito ero io a farlo in passato, ma ultimamente l’ho un po’ perso. Sento di aver perso fiducia nel mio dritto, ed è strano. Sento che i miei colpi ormai siano nella media, e non è un qualcosa a cui ero abituato, ed è frustrante da vedere. Gli allenamenti non sono stati chissà quanto speciali, mi sto impegnando per fare meglio. Spero soltanto che almeno potrò sentire di fare qualcosa con la palla. Quando arriva da me mi sento come se non facessi nulla. Arriva troppo piatta, con non abbastanza rotazione e potenza alle volte, ed è frustrante non riuscire a sistemare tutto ciò“.
Un sentimento di grande scoramento, ed è brutto sentirlo da un giocatore del livello e delle potenzialità del greco. Che almeno racconta di non aver passato un lunedì chissà quanto terribile per il blackout: “Ieri sono stato bene, sono forse la persona migliore per trovarsi in situazioni del genere. So come passare il mio tempo. Ho letto, avuto delle buone conversazioni con Paula e il team, non ero troppo preoccupato. Dammi qualsiasi motivo per fare qualcosa di diverso ed avrò una buona giornata. Non ero qui tra l’altro“.
Al di là di questo intermezzo simpatico, è chiaro che ci troviamo ad un importante crocevia della carriera del classe ’98. Tsitsipas non usa mezze misure, e fa ben capire (da quante volte si è detto frustrato) la rabbia che prova nel perdere queste partite senza esprimersi come vorrebbe: “Non ho trovato le sensazioni che cercavo qui. Ho vinto una buona partita contro Struff, ma non sono stato capace di rispondere in quel modo oggi, e il servizio era leggermente diverso. Non voglio aggiungere nulla, attenderò la prossima opportunità. Ci sono delle cose che ho migliorato, perfino rimandare in campo più risposte. C’è qualcosa di meglio, ma non metto comunque abbastanza pressione, non sto ottenendo quella fiducia nel vedere la mia pallina viaggiare come vorrei. So di avere la capacità di colpire in un certo modo, e mettere pressione costante e spingere nello scambio in risposta. O anche avere più rotazione al servizio. Sono un po’ perso al momento, ho bisogno di tempo per capire cosa dovrò fare“.