Amici di Ubitennis buonasera e benvenuti a questo appuntamento LIVE speciale. Tra poco, alle 20.30, su RAI 1 andrà in onda un’intervista a Jannik Sinner da parte del direttore del TG1, Gianmarco Chiocci, subito al termine del telegiornale. L’intervista al numero uno del mondo durerà circa un quarto d’ora, ritardando leggermente l’inizio di Affari Tuoi. Era dai tempi di Panatta campione a Roma e Parigi che il primo canale nazionale non dedicava 15 minuti a un campione del tennis. Tuttavia, l’imminente ritorno in campo di Sinner è talmente eccezionale da prevedere un’eccezione. Tra poco tutte le dichiarazioni di Sinner LIVE su Ubitennis.
Le prime parole di Sinner in una breve anticipazione in uno degli ultimi servizi del TG1 delle 20: “Sono molto contento di fare il mio ritorno a Roma, non c’è posto più bello, ma sicuramente entrerò con una mentalità un po’ diversa. I commenti negativi dei grandi atleti come Djokovic, Serena Williams o Federica Pellegrini? Ognuno è libero di dire quello che vuole e giudicare, ma per me è importante che so io quello che è successo e quello che ho passato. È stato molto difficile, non auguro a nessuno di passare da innocente per una cosa del genere. Se ho pensato di mollare in qualche momento? Sì“.
D. Come stai?
Sinner: “Sto abbastanza bene, l’anno scorso è stato molto stressante ma siamo riusciti ad ottenere comunque risultati incredibili. Anche quest’anno sono partito bene, poi è successo quello che è successo. All’inizio è stato un po’ strano, anche fuori dal campo sono successe delle cose che non mi aspettavo, ma piano piano sto rientrando nel ritmo degli allenamenti veri, allenandomi con giocatori forti come Sonego per vedere come sto. A volte va molto bene, a volte c’è un calo nel mio livello e non so perché. Non vedo l’ora di tornare in campo. Mi manca l’adrenalina della competizione, sono contento che questa fase sia terminata”
D. Che cosa hai provato il giorno in cui sono state trovare le tracce di Clostebol nel tuo organismo?
Sinner: “Non sapevo nulla, poi però siamo riusciti a sapere subito da dove provenivano questi piccoli milligrammi. Ma ho fatto molta fatica ad accettare questi tre mesi: nella mia testa sapevo di non aver fatto niente. Poi con il mio avvocato abbiamo deciso di prendere questa strada, abbiamo vissuto un anno intero questa difficoltà. Guardiamo sempre i risultati, ma io in campo in questo periodo non mi sentivo come dovrebbe sentirsi un giocatore. Non mi divertivo più, pensavo ad altre cose. La fortuna che ho avuto è che le persone intorno a me mi hanno aiutato molto e hanno creduto in me, sono stati molto ad aiutarmi in quei momenti. Parlo del mio team, della mia famiglia. Ho costruito una mia bolla dove non entrava nessun altro, questo mi ha dato la voglia di continuare e rientrare e prepararci bene per gli Slam, che l’anno scorso ho giocato molto bene. È andato tutto bene, anche se io non mi sono sentito una persona felice in campo”.
D. Hai patteggiato tre mesi con la Wada, lo rifaresti?
Sinner: “Ormai è andata”.
D. Le regole antidoping sono da rivedere?
Sinner: “È difficile rispondere a questa domanda, ognuno quando risulta positivo ha gli stessi protocolli. Non ci sono trattamenti diversi, anche se nel mio caso ho ricevuto un po’ di critiche, ma non sono stato trattato in modo diverso. Ho dovuto fare tanti appelli, mi hanno controllato forse anche più degli altri. È stato rivisto tutto di nuovo dalla Wada“. In caso di una contaminazione come la mia, se i dottori controllano e capiscono che non ti dà più forza o lucidità“.
D. Da piccolo eri anche campione italiano di sci, quando hai scelto il tennis pensavi di arrivare dove sei arrivato?
Sinner: “Direi una bugia dicendo che ho scelto il tennis perché pensavo di poter arrivare fin qui. Ho visto quando ero giovane che pur non allenandomi quasi mai andavo ai tornei e giocavo alla pari, a volte vincevo. Quello mi ha dato un minimo di lezione, ho capito di avere talento e di saper giocare. La scelta tra sci e tennis l’ho fatta in base a ciò che mi piaceva di più, nel tennis poi vedi la personalità forse più di quanto accada nello sci. I miei genitori mi hanno lasciato molto tranquillo”.
D. Oltre al talento, cosa serve per diventare numero uno al mondo?
Sinner: “Servono tante cose, anche la fortuna di non farsi male e avere le persone giuste al momento giusto. Il talento è importante solo se sai coniugarlo con il lavoro”.
D. Che effetto ti hanno fatto le dichiarazioni di certi campioni?
Sinner: “Non ho neanche troppa voglia di rispondere. Ognuno è libero di giudicare e dire quello che vuole, ma per me è importante che so io quello che è successo e quello che ho passato. È stato molto difficile, non auguro a nessuno di passare da innocente per una cosa del genere. Però siamo in un mondo dove ognuno può dire quello che vuole, quindi va bene così”.
D. Federer, Nadal, Djokovic. La tua classifica?
Sinner: “Ho avuto la fortuna di conoscere gli ultimi due un po’ meglio, mentre Roger un po’ meno bene. Non l’ho visto spesso, ho avuto poco contatto con lui. Posso giudicare un po’ meglio Rafa e Nole, a me Rafa piace molto. È una persona che tiene molto a chi gli sta intorno ed è un grande combattente. Se guardiamo ai numeri il migliore è Nole, però dobbiamo essere contenti di vivere in questo momento. Ciò che hanno fatto vedere in questi 20 anni è pazzesco”.
D. C’è qualcosa che oggi non ti fa dormire?
Sinner: “Ci sono state un po’ di cose in passato, per esempio il match point contro Alcaraz allo US Open 2022 che non ho sfruttato. Il punto più bello è stato il primo Slam vinto, con quel dritto lungolinea: me lo ricordo bene”.
D. L’emozione più grande che hai provato giocando a tennis?
Sinner: “Sapere che sarei diventato numero uno al mondo è stata una sensazione incredibile, perché non è solo un risultato ma il frutto del lavoro di un anno intero. Un altro momento pazzesco, da italiano, è entrare sul Centrale a Roma o a Torino: non sembra nemmeno di entrare su un campo da tennis, ma in uno stadio di calcio”.
D. Cercherai di riconfermare Cahill?
Sinner: “L’anno scorso mi ha detto che questo sarebbe stato il mio ultimo anno con lui ed era una sua scelta. Ogni cosa bella ha una fine, soprattutto nel lavoro. Però in un anno possono cambiare molte cose, vediamo”.
D. Che cos’è la Jannik Sinner Foundation?
Sinner: “Per me l’idea di una fondazione è sempre stata importante. Il focus è sui bambini, che sono molto importanti e sono il nostro futuro. Spero di aiutarli”.
D. Colpo preferito, colpo da migliorare e colpo che invidi a un tuo collega?
Sinner: “Rovescio colpo preferito e più solido, servizio colpo da migliorare, mentre invidio il tocco di Alcaraz e di Musetti, sentono molto bene la palla”.
D. Hai scelto di vivere a Montecarlo e anche su questo ci sono state molte polemiche, come replichi?
Sinner: “Sto molto bene qua, mi sento a casa. Le persone che vivono qua sanno chi sei ma non sono molto invadenti. Ne parlavo con il mio allenatore, se non stessi qua non saprei proprio dove andare. C’è tutto”.
D. In un’altra vita, senza tennis, che cosa avresti sognato di fare?
Sinner: “Il mio sogno è sempre stato quello di fare il pilota di Formula 1, ma non ho mai avuto i soldi per farlo ed era anche inutile iniziare. Calcio? Giocavo, sì, ma non era un grande sogno. Invece le macchine per me sono proprio una passione”.
D. C’è stato mai un momento negli ultimi tempi in cui hai pensato di mollare tutto?
Sinner: “Sì. Mi ricordo prima dell’Australian Open quest’anno, ero in un momento non felicissimo. In Australia non mi sentivo proprio a mio agio negli spogliatoi o al ristorante, i giocatori mi guardavano in modo diverso e non mi piaceva proprio. Lì ho pensato che vivere il tennis in quel modo era davvero pesante: sono sempre stato uno che ha preso il tennis scherzando, ho pensato di prendermi un po’ di tempo libero dopo l’Australia. Poi è andata com’è andata, non volevo che andasse così ma nell’altro senso in quel momento lì mi ha fatto bene. Tre mesi sono troppi, ma una ragione per cui non ho giocato a Rotterdam era proprio quella. Mi serviva un po’ di tempo diverso, con gli amici, dando priorità alle persone che mi vogliono bene”.
Siamo stati molto incerti se preannunciarvi l’intervista e poi fare il live della stessa. Poi l’abbiamo fatto e speriamo di avervi fatto cosa gradita.